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VIGEZZO- 03-08-2025-- Giugno 2015. La salita alla cima più alta della Valle Vigezzo è abbastanza faticosa, ma di grande soddisfazione. Dall'Alpe Forno si può salire direttamente in vetta con qualche tratto di facile arrampicata o seguire il sentiero che costeggia la cresta sud est, con percorso più lungo. Attenzione: dal rifugio Geri alla vetta non si trova acqua.

GITA  N. 58

PIZZO  SCHEGGIA

  25 giugno 2015

Dislivello totale:  1250 m.  Tempo totale:  5 h 25'.

Da Crana si sale, a proprio rischio e pericolo, all'Alpe Cortino, 1250, lungo una strada solo inizialmente asfaltata e non particolarmente agevole. Siamo sulla destra orografica del Melezzo, di fronte ad Arvogno, da dove si potrebbe iniziare l'escursione, se si avesse voglia di camminare due ore in più. Posteggiamo prima del ponte. Teoricamente dovrebbe essere una splendida giornata, ma le nuvole ci accompagneranno fino in vetta ed oltre.

Siamo in undici, con Asia e Nena. Due le signore: un'esperta veterana ed una giovane esordiente. Attraversiamo il ponte e proseguiamo lungo la strada per un breve tratto fino ad imboccare sulla sinistra il ripido sentiero che, in mezz’ora, ci porta all'Alpe Anfirn, 1468. In cima ai prati ci teniamo sulla destra, attraversando il bosco in dolce salita fino al bivio per l'Alpe Forno. Qui il sentiero sale molto ripido e faticosamente raggiungiamo l'alpe, 1877, in poco meno di un’ora. In questo bellissimo “fornale” si trova il Rifugio Regi del CAI Vigezzo. E' chiuso.

Tronchiamo sul nascere ogni accenno di polemica o diatriba! Evitiamo risposte arrabbiate, come già avvenuto, da parte di presidenti o altri addetti ai lavori! So che non è colpa loro, ma soltanto del fatto di essere in Italia, paese di burocrati, parassiti e, in parte, incivili. La parola “rifugio” significa che ci si dovrebbe poter “rifugiare”, soprattutto in caso di emergenza. I rifugi chiusi non servono, se non ad una sparutissima minoranza di escursionisti o cacciatori che programmano le loro uscite e chiedono le chiavi con grande anticipo. Torniamo a noi! Rapida colazione e, a causa di nuvole e nebbia in alto, scegliamo la via “normale”, anziché la ripida salita diretta dal rifugio che porta in vetta più rapidamente. Seguendo fino alla cima, con un po' di inventiva, il sentiero/traccia, saliamo verso sinistra, scolliniamo oltre la cresta sud est e la costeggiamo fino alla vetta del Pizzo Scheggia, 2466, top della valle, in poco più di un’ora e mezza.

Restiamo a lungo sull'aerea vetta, incredibile punto panoramico. I fotografi giocano con le nuvole che, ogni tanto, si scostano gentilmente e ci lasciano vedere parte del paradiso che ci circonda: Monte Leone, Weissmies, Mischabel. Scendiamo ripercorrendo il tragitto di salita fino al rifugio e qui pranziamo, ovviamente all'esterno: per fortuna non piove, anzi il cielo torna azzurro e splende il sole. Ce la prendiamo con calma e ripartiamo con cautela, vista la ripida discesa dopo il meritato ristoro. Ripassiamo dall’Alpe Anfirn e raggiungiamo le auto (poco meno di due ore e mezza). All'altezza di Coimo il nostro abituale bar è riaperto e ne approfittiamo.

 Gianpaolo Fabbri

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AdmirorGallery 5.2.0, author/s Vasiljevski & Kekeljevic.