VAL STRONA- 22-06-2025-- Giugno 2015. Nell'alta Val Strona ci sono percorsi bellissimi che giustificano il viaggio “faticoso” fino all'ultimo splendido paese, Campello Monti. L'escursione descritta, varia, interessante, non particolarmente faticosa, è frutto della conoscenza del territorio di un amico cacciatore che ha percorso questi monti in lungo e in largo.
GITA N. 56
MONTE CAPIO
11 giugno 2015
Dislivello totale: 950 m. Tempo totale: 4 h 40'.
Partecipazione numerosa, tipica di un'escursione nuova quasi per tutti: siamo in quindici, con quattro gentili signore e la signorina Labrador Nena. La prima vera conquista della giornata è il meraviglioso paesino walser di Campello Monti, quota 1305, che si raggiunge lungo una strada che, da Strona in su, ha dell'eroico. Eppure chi risiede qui paga le tasse come chi ha le autostrade, a volte inutili, sotto casa! Previsioni favorevoli con “possibili precipitazioni sparse in tarda serata”.
Quasi tutti gli ombrelli restano al campo base, nonostante la “lavata” della scorsa settimana. Dal parcheggio ad ingresso paese scendiamo ad attraversare il torrente e imbocchiamo verso sud est una traccia di pista gippabile, seguita da un bel sentiero, che ci conduce in meno di tre quarti d’ora all'Alpe Pennino Grande, 1498. Due foto e si vira decisamente a sud verso l'Alpe La Balma, 1671, che raggiungiamo in dolce salita. E' piacevole incontrare bovini, ovini ed equini, oltre a qualche ungulato in lontananza.
Ci si compatta, si fa colazione e si riprende la marcia, ora in ripida salita, su sentiero non sempre evidente nella prima parte. Per qualche ora non ci sarà acqua, almeno al suolo. In un’ora e mezza si arriva al Passo dei Rossi, 2056, il cui nome fa gioire un vecchio nostalgico che sfoggia subito un cappellino con stella dello stesso colore del passo. Siamo sul confine fra Strona e Sesia. Alleggeriamo gli zaini e saliamo verso destra, in chiara contraddizione con il nome del Passo, portandoci sul versante valsesiano su traccia evidente. In un quarto d’ora eccoci in vetta al Monte Capio, 2172.
Un passaggio facile, ma leggermente esposto, porta dall'anticima alla cima. Qualcuno trova anche il tempo di posare con scarsa delicatezza la faccia sul prato, fortunatamente senza danni, nonostante le raccomandazioni delle autorità. Ridiscendiamo al passo e recuperiamo i materiali ivi parcheggiati. I primi nuvoloni si addensano, ma tanto non pioverà fino a tarda sera. Ci avviamo in discesa lungo il sentiero di salita per circa duecento metri e, ad un bivio, ne imbocchiamo uno verso sinistra (nord), prima in leggera discesa e poi in risalita per poche decine di metri fino al Passo del Crac, ufficialmente 1968, ma a me sembra un po' meno.
Ci ricompattiamo e scendiamo verso nord ovest all'Alpe Penninetto, 1702. Qui, fortunatamente, c'è una grossa baita aperta dove ci ripariamo dal violento acquazzone, condito di grandine, che ci coglie piuttosto impreparati. Un umido pasto, ma sempre in allegria, e si riparte quando la pioggia rallenta. Su sentiero bello e scivoloso scendiamo all'Alpe del Vecchio, 1465, e a Campello Monti (due ore e un quarto dalla vetta). Sempre alla faccia delle previsioni, mentre scendiamo, la pioggia si trasforma in diluvio. Il sole riappare solo quando, dopo una birra nel ristoro del paese, risaliamo in auto. D'ora in poi l'ombrello verrà reso obbligatorio.
Gianpaolo Fabbri