VAL SESSERA- 11-05-2025-- Siamo a maggio 2015. La Val Sessera, nel Biellese e confinante con la Val Sesia, merita le quasi due ore d'auto fino all'Alpe Le Piane, otto chilometri sopra il paese di Coggiola. Oltre alla bella escursione al Monte Barone abbiamo avuto la possibilità di conoscere Ales, grande alpinista e geniale creatore dell'incredibile Spelonca sui pendii di questa montagna.
GITA N. 52
MONTE BARONE DI COGGIOLA
MAGGIO 2015
Dislivello totale: 1250 m. Tempo totale: 6h 15'.
Ci ritroviamo in dodici all'alba a Gravellona Toce diretti, via Borgosesia, a Coggiola in Val Sessera. Ci sono anche due forti signore e la signorina Labrador Nena. All'Alpe Le Piane, quota 983, incontriamo Ales, che ha conosciuto uno del nostro gruppo durante un'escursione in Ossola. Ci guiderà per tutto il giorno.
Da grande alpinista parte in quarta, pensando sia un passo tranquillo anche per noi, cosicché dopo un quarto d'ora gli ricordiamo che il nostro è il gruppo dei “Trotapian”, chiediamo pietà e inseriamo le ridotte. Non percorriamo l'itinerario normale e più diretto, ma seguiamo la guida che vuole farci vedere il più possibile delle sue montagne. Il sentiero G4 ci porta alla Bocchetta di Gemevola, dove imbocchiamo il G7 scollinando leggermente e, lungo un sentiero “serio”, con qualche catena che aiuta, risaliamo alla Sella della Scaffa,1512.
Un'ora e mezza dalle auto. Altro breve scollinamento e ripida salita alla Fontana dei Cacciatori e alla Bocchetta di Pissavacca, 1630 (poco più di un quarto d'ora). Di qui, finalmente, vediamo il Monte Barone, ancora lontano e leggermente incappucciato, nonostante la bella giornata. Pausa per ristorarci e, lungo una traccia su ripidi traversi per non perdere quota, raggiungiamo la Bocchetta di Ponasca, 1650. In direzione nord ovest percorriamo, su bel sentiero, la dorsale che ci porta in vetta, 2044 (un'ora e un quarto). Ci sono una piccola croce ed un ometto di pietra con rosa dei venti che descrive lo spettacolare panorama intorno a noi.
Peccato per le nuvolette sui rilievi, ma di qui, se fosse limpido, si vedrebbe tutta la corona alpina dal Monviso al Bernina e all'Adamello, ed anche tutta la pianura. Verso sud ovest, senza sentiero, lungo prati ripidi e ghiaioni, scendiamo al Bivacco dei Cacciatori all'Alpe Solivetti, 1700 circa. Di qui ci dirigiamo ad oriente ed arriviamo al Rifugio Monte Barone (un'ora), 1587, del CAI Valsessera, in prossimità dei ruderi dell'Alpe Ponasca.
Dopo il pranzo s'imbocca la variante, ben indicata, che scende verso sud. In poco più di mezz'ora di bel sentiero, magnificamente lastricato nell'attraversamento di una pietraia ad opera di Ales, raggiungiamo la sua Spelonca,1400. Non c'è spazio per descrivere quello che troviamo. E’ stato costruito, in trent'anni di lavoro, dal genio e dalla determinazione del padrone di casa. Vi basti sapere che, con sistemi di sollevamento artigianali, di sua invenzione (leve, paranchi, martinetti, ecc...) ha anche spostato massi di 30 tonnellate.
Nella “reception” di questo vano ricavato nella roccia ci mostra le foto della sua pazzesca carriera alpinistica e del suo ciclopico lavoro. Sempre guidati da Ales scendiamo all'Alpe Ranzola, 1188, risaliamo alla Bocchetta di Foscale, 1250 circa, viriamo a est fino alla casa forestale La Ciota, 1233 e torniamo alle auto all'Alpe Le Piane. Un'ora e mezza dalla Spelonca. Lasciamo Ales e la sua montagna, sicuri di tornare a trovarlo e nella speranza di far conoscere a molti la sua storia.
Gianpaolo Fabbri