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BOGNANCO- 01-09-2024-- Torniamo, dopo pochi anni, nella splendida area dei laghi di Tschawiner, a due passi dall’alta Val Bognanco. Oltre al lago grande, ce ne sono altri otto fra i duemila e i duemilatrecento metri, incastonati come gemme in questa parte orientale della Zwischbergental, la valle che da Gondo sale verso sud ovest e si collega con l’alta Valle Loranco attraverso il Passo Andolla. Qui ci sono escursioni per tutti i gusti, da facili e tranquille a “himalayane”. Quella di oggi è fra le “quasi tranquille”.

GITA N. 161 O 24 – LAGHI DI TSCHAWINER

AGOSTO 2024

Dislivello: 1050 m. Tempo totale: 5 h. Sviluppo: 13 km.

Oggi dovremo cavarcela con due sole badanti, ma ci sono il medico di servizio, abilitato anche per la vicina Confederazione, e il Presidente a garantire una gita senza rischi a tre anziani. Ombrelli negli zaini per previsioni non proprio ottimistiche, ma saremo risparmiati dalla pioggia, che ha scelto oggi di dare un po’ di sollievo alla vicina, calda e ormai siccitosa Ossola. A Gondo prendiamo la strada della Zwischbergental, dopo essere scesi ad attraversare il torrente Diveria che qui, oltre confine, diventa Doveria.

Dopo circa quattro chilometri superiamo il bacino artificiale di Sera e teniamo la sinistra, posteggiando lungo il torrente Grosses Wasser a quota 1300, poco sotto la località Bord, 1359. Torniamo indietro di un centinaio di metri e attraversiamo il torrente su un lungo ponte di legno, passando sulla destra orografica. Lungo il sentiero SFT (Simplon Fletschhorn Tour) che, tagliando a volte la strada, la riprende nell’ultimo tratto pianeggiante, arriviamo all'Alpe Possette o Pussetta,  Anche qui, come nelle valli ossolane, incontriamo tante vacche Highlander, con le loro poderosissime corna. Il sentiero è ben segnato e ben raccordato con la strada, come insegnano rispetto e buon senso, da noi spesso dimenticati.

Il sentiero SFT sale al Passo di Monscera e, dopo un lungo percorso in alta Val Bognanco, rientra in Svizzera attraverso il Passo di Pontimia. Noi invece teniamo la destra, virando gradualmente a sud, e saliamo all'Alpe Waira, 1854, raggiunta anche dalla strada sterrata (un’ora e un quarto). Qui ritroviamo i porcelli ben pasciuti già visti quattro anni fa, ma sicuramente non sono gli stessi. Dopo la pausa colazione riprendiamo il sentiero nel bosco che ci porta rapidamente nella meravigliosa conca del laghetto di Waira, 2041.

Un’altra breve pausa fotografica e risaliamo il breve ma ripido tratto di bel sentiero che ci porta al più grande dei laghi, 2174 (tre quarti d’ora dall’Alpe). Un logoro cartellone ci ricorda, come già sapevamo, che qui non si può pescare: “FISCHEN VERBOTEN”. Sulla sponda opposta, quella meridionale, del grande specchio d’acqua c’è ancora un grosso residuo di valanga. Attraversiamo il torrentello emissario del lago e, tenendolo alla nostra destra, proseguiamo in direzione sud est con su e giù che ci portano al punto più alto della gita (2250). Sulle rive di un altro dei laghi che si trova  a quota 2208 (mezz’ora), il terzo come superficie, sostiamo per sfamarci. Ripartiamo in dolcissima discesa diretti a nord est sul sentiero “super segnato” (un segno ogni pochi metri) diretto alla Bocchetta di Gattascosa.

Due esperti tagliano direttamente scendendo verso occidente sul ripido pendio, fra giavine (termine non propriamente italiano, ma chiaro a tutti gli escursionisti) e rododendri, che li porta all’ennesimo laghetto di oggi, a quota 2000 circa, dove li raggiungeremo. Noi arriviamo al laghetto di Gattascosa e, poco più avanti, prima della bocchetta, viriamo a sinistra (sud ovest) su un sentiero meno evidente, scendendo verso il predetto laghetto, dove li ritroviamo. Qui c’è un bellissimo pianoro con vacche nere e di razza bruna alpina al pascolo in compagnia dei loro fidanzati intorno allo specchio d’acqua.

Risaliamo di un centinaio di metri verso occidente fino alla bella baita di Tschawina (un’ora dalla pausa pranzo), dove un gentile signore sta leggendo un libro di Crosa Lenz e Frangioni sull’Alpe Veglia.  Ne siamo onorati perché Paolo è un eminente socio dei Murmäta. Ridiscendiamo in breve, sempre nella stessa direzione, al laghetto di Waira, dove chiudiamo l’anello. Lungo il percorso del mattino, ripassando dall’Alpe Waira e dalle Highlander dell’Alpe Possette, torniamo a Bord (un’ora e mezza da Tshawina). Ci reidratiamo a Paglino prima di tornare al grande caldo del fondovalle.          

Gianpaolo Fabbri

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