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FORMAZZA- 11-07-2024-- Questa bellissima escursione ad anello “aperto” ce l’eravamo già gustata altre volte, ma oggi, senza averla programmata, la percorriamo per la prima volta in senso antiorario, onorati di essere guidati dal nostro presidente walser. C’è ancora tanta neve che ci rende più gradevoli sia la salita al Passo di Nefelgiù, sia la discesa dalla Bocchetta del Gallo.

GITA N. 158 O 24 – NEFELGIU' E GALLO

LUGLIO 2024

Dislivello: 1100 m. Tempo totale: 5 h 30’. Sviluppo: 14 km.

Un’altra bella giornata, caldissima a fondovalle, con qualche nuvola e la solita previsione inutilmente allarmistica che evoca temporali nel pomeriggio. Dopo una superba colazione a casa della badante con minore anzianità nel gruppo, che acquisisce punti preziosi nella sua scalata all’incarico ufficiale, proseguiamo fino ai piedi della maestosa diga del Lago di Morasco, al Rifugio Bim Se, 1800.

Il presidente, che oggi “gioca in casa”, si avvale di quattro badanti e di un medico di turno per sovrintendere a quattro anziani. Il sentiero G95 della GTA sale in presa diretta e si ricongiunge alla strada sterrata poco prima del grande e spettacolare anfiteatro di Nefelgiù.  Arriviamo all’Alpe, 2048, e dedichiamo qualche minuto a fotografare montagne, baite, vacche al pascolo e amici in cammino.

La salita prosegue dolcemente fino a quota 2150, dove ci concediamo una pausa seria e, su pendenze sempre maggiori, decidiamo di proseguire sulla neve che consente un passo sicuro e regolare, anziché sul sentiero che costeggia i nevai. Dopo due ore e un quarto di cammino effettivo siamo al Passo di Nefelgiù, 2583. E’ ancora presto, siamo in discreta forma e saliamo ancora un po’ verso occidente, sempre su neve. Durante questa breve camminata “defaticante” il Presidente medita una imprevista e piacevolissima variazione di programma: proseguiamo per la Bocchetta del Gallo e scendiamo alla Cascata.

Unico problema il recupero auto, ma uno del gruppo ha l’auto laggiù che ci aspetta. La proposta “passa” con maggioranza bulgara. Lasciamo il sentiero G95 e ci abbassiamo di un centinaio di metri in Val Vannino, tenendo la sinistra. Ci fermiamo per il pranzo in un pianoro dove avevamo già sostato durante le escursioni precedenti percorse in senso contrario. Qui diventa indispensabile la conoscenza del territorio, garantita dalla nostra guida di oggi, che seguiamo sempre con cieca fiducia. Dopo la pausa iniziamo una traversata in quota, diretti a oriente, su terreno facile ma senza sentiero, solo rari ometti e con saliscendi che incrementano il dislivello.

E’ evidente che con cattiva visibilità qui non ci si deve avventurare. Il Soccorso Alpino ha ben altro da fare che andare alla ricerca di sprovveduti. Dopo un’ora e un quarto di cammino dal Passo arriviamo alla Bocchetta del Gallo, 2498, sovrastata a occidente da un masso che, nella giusta prospettiva, assomiglia veramente all’amante della gallina. Breve sosta e ci affacciamo sul versante di discesa che, esposto a nord – est, è ricco di neve nel tratto ripido fino ai prati dell’Alpe Freghera di Sopra, quattrocento metri più in basso. Con prudenza e spirito goliardico ci godiamo la discesa scivolando sulla neve, compatta al punto giusto, con stili e sicurezze molto diversi.

Quanto è meglio stare su questa neve anziché sul ripido sentiero impervio e sassoso alla nostra sinistra! Ci ricompattiamo all’Alpe Freghera di Sopra, 2080, e proseguiamo sul sentiero G35, più o meno pianeggiante, che sfiora l’Alpe Freghera di Mezzo, 2000 circa. Qui è ancora visibile, alla sinistra del sentiero, l'enorme voragine conica della cava dalla quale il materiale confluiva nella sottostante galleria di carico dei carrelli ferroviari, che trasportavano al frantoio di Furculti il pietrame utilizzato per la costruzione della diga di Morasco, a fine Anni Trenta del Novecento.

Seguiamo un tratto del tracciato in piano sul quale si trovano ancora alcune delle rotaie, a quota 1940, fino a ritrovare sulla destra il sentiero G35, qui meno evidente, che scende alla Cascata del Toce, 1675 (due ore). Incontriamo tante mucche al pascolo e questo ci apre il cuore. Prima di riaccompagnarci a ritirare le auto, un amico ci ospita a casa sua per un ricco aperitivo. Cosa si può desiderare di più dopo una splendida giornata nei paradisi dell’alta Val Formazza?

Gianpaolo Fabbri

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