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MOTTARONE- 23-06-2024-- Una gita del 2014, quando eravamo più coraggiosi. Come scrivevo nelle premesse alle prime gite raccontate, la montagna è sempre bella, anche con tempo brutto. Bisogna solo scegliere una meta adatta alle condizioni meteorologiche e alla stagione. La zona del Mottarone lo è. Se, poi, si è in buona compagnia, il gioco è fatto'

GITA N. 35 MOTTARONE E MONTE ZUGHERO DA LEVO

DICEMBRE 2014

Dislivello totale: 1000 m.

Tempo totale: 6 h 35'.

Sviluppo totale: 17,62 km.

Consci da giorni della pessima giornata che ci aspetta, noi "del giovedì" prenotiamo per tempo un pasto caldo al riparo dalla pioggia e scegliamo i larghi sentieri e le strade che conducono in vetta al Mottarone.

Rinunceremo all'ineguagliabile panorama che si gode dalla vetta, ma manterremo l'allenamento e trascorreremo una bella giornata fra amici. La montagna fra i due laghi si può raggiungere da ogni paese o città sita ai suoi piedi. Con la pioggia insistente di oggi riteniamo sia meglio prediligere il comodo percorso che sale da Levo, il bel paese a 600 metri che domina Stresa e Baveno. Siamo in dodici più l'impermeabile Willy, a quattro zampe.

Fra gli umani una signora che si è presa un giorno di riposo (si fa per dire!) e che tiene tranquillamente il passo di chi ha più tempo di lei per allenarsi. Nel bar di Levo, all'ora del caffè, un simpaticissimo cartello d'epoca ricorda i tempi antecedenti il 1958, anno in cui il senatore Lina Merlin sancì l'inizio della prostituzione fuori controllo.

Dopo una mezz'ora di bel sentiero e strada asfaltata passiamo in prossimità del Giardino Botanico Alpinia e della stazione intermedia della funivia che sale da Stresa, 800 circa. Si prosegue su strada sterrata e sentiero. Oltre una bella pineta sbucano i ruderi dell'Alpe Giardino, 960 (meno di un'ora). Rapida colazione, sempre con gli ombrelli aperti. Più sopra siamo alla stazione della vecchia funicolare, smantellata nel 1963, e alla Fonte Vitaliana, in pieno Parco Borromeo.

Proseguiamo lungo il vecchio tracciato della funicolare passando in prossimità di ciò che resta della chiesa di Sant'Eurosia, che i più devoti di noi visitano. Più su si passa finalmente ad un bel sentiero di montagna, raggiungendo l'arrivo della funivia, 1381, e, nuovamente su strada, la Chiesa della Madonna della Neve, 1410 (un'ora e mezza). Due foto al riparo dalla pioggia ed ultimo strappo fino alla vetta, 1491.

Panorama zero, pioggia sempre e velocemente scendiamo alla baita CAI, sul versante di Omegna, dove ci si asciuga e si pranza. Nella nebbia e sotto la pioggia ripartiamo in direzione nord — nord — est, scendendo lungo la pista di sci fino al caratteristico masso a forma di ippopotamo, che qualche ardito scala. Di qui si raggiungono l'Alpe Nuovo ed il rifugio del CAI Baveno, 1205, (quasi un'ora). Ancora una breve discesa e poi cinquanta metri di risalita fino al Monte Zughero, 1230 (un quarto d'ora). La pioggia dà un po' di tregua, ma il panorama è sempre assente. Si prende la direzione sud — est con un breve tratto di sentiero scomodo e ripido (l'unico dell'escursione).

Più in basso si trasforma in strada sterrata e, nell'ultimo tratto, asfaltata, fino a Levo. Due ore e un quarto dal Monte Zughero. La discesa dura più della salita, per il notevole sviluppo del percorso scelto, e, non appena sulle auto, si accendono i fari.

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