CAMBIASCA- 26-05-2024-- Salita al Pizzo Marona nel 2014. Da questa vetta che domina il Lago Maggiore si osservano a trecentosessanta gradi panorami incredibili. L'avvicinamento in auto è la parte dell'escursione più “sofferta” e, percorrendo strade come quelle di Cicogna o di Intragna, si apprezza l'eroismo di chi vi risiede e deve scendere a valle ogni giorno.
GITA N. 32
PIZZO MARONA
OTTOBRE 2014
Dislivello totale: 1200 m. Tempo totale: 6 h 15'.
Oggi levataccia. Ci si deve trovare all’alba con i verbanesi a Cambiasca. Siamo ancora in “ora legale” ed è notte fonda, ma un appuntamento gastronomico e la lunghezza dell'escursione non concedono alternative. Ed è così che, percorsa la tortuosa stradina fino al parcheggio di Gabbio, quota 1150, sopra Intragna, ci avviamo, purtroppo senza “frontalino”.
Per fortuna il campo base, nonché futuro ristorante, dell'Alpe La Piazza si raggiunge lungo una comoda strada sterrata in un quarto d’ora e, finalmente, albeggia. Qui alleggeriamo gli zaini e ripartiamo per la spedizione odierna in stile “alpino”. In breve siamo all'Alpe Sunfai, 1247, e la salita si fa ripida, su traccia.
Ecco poi l'Alpe La Trecciura con le sue baite diroccate. Si prosegue e dopo un’ora da La Piazza raggiungiamo Il Pizzo, 1644. Prima breve pausa e prime foto: il sole non riesce ancora a sfondare la velatura nuvolosa. In falsopiano si arriva, in direzione ovest, al Monte Todano, 1667, in poco più di un quarto d’ora. Si piega a nord e si scende lungo un sentiero evidente, ma ripido, umido e scivoloso, da percorrere con attenzione, al Colle della Forcola, 1518. Un lampo di umanità della guida ci consente di fare colazione.
Anziché seguire la via normale, cioè un sentiero ben segnato, parzialmente attrezzato e, comunque, faticoso, proseguiamo verso nord risalendo il filo di cresta su traccia non sempre evidente e molto ripida. L' asprezza della salita (ma qui è tutto “aspro”) costa fatica, ma “rende” e in meno di un’ora siamo sulla Cima Cugnacorta, 1894, detta anche Maronina.
Temendo la roccia umida lungo la cresta, discendiamo circa cento metri su terreno scomodo, sul versante est, e riprendiamo il sentiero. Due coraggiosi restano in cresta, su terreno più esposto, ma sono premiati da roccia asciutta e da un bel pezzo di cammino in meno. Risaliamo la cosiddetta “scala santa” e in un'ora siamo alla cappella del Pizzo Marona e, poco sopra, in vetta, 2051.
Fin qui circa tre ore e mezza, soste escluse. Breve pausa e ridiscendiamo lungo il sentiero normale fino al Colle della Forcola, sempre attenti su questo terreno aspro e ripido.
Per evitare di risalire al Todano, percorriamo il sentiero, in parte franato ed in leggera salita, che porta alla Cappella di Pian Cavallone, 1564 (meno di mezz’ora). Scendiamo, poi, con calma su sentiero evidente, passando per il rifugio (chiuso oggi) di Pian Cavallone e chiudendo il giro ad anello all'Alpe Sunfai e all'Alpe La Piazza (meno di un’ora). Qui, seppure in ritardo all'appuntamento gastronomico, godiamo della squisita ospitalità di due amici che ci hanno preparato il pranzo. E dimentichiamo in allegra compagnia le fatiche della giornata.
Gianpaolo Fabbri