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ANZOLA- 05-05-2024-- Il versante nord del Massone, bellissimo, aspro e selvaggio nella parte alta, merita un’altra visita da parte nostra, soprattutto da parte di chi non lo conosce ancora. La meta finale è l’Alpe La Tagliata. Più in alto c’è ancora neve e i mille metri di dislivello fino a lì sembrano già sufficienti, ma di certe compagnie è meglio sempre diffidare.                      

GITA N. 150 O 24

DROSONE DI FUORI  -  APRILE 2024

Dislivello: 1230 m. Tempo totale: 5 h. Sviluppo: 11 km.

Ci troviamo ad Anzola, 210, in una giornata di sole, nuvole e fresco vento da nord. L’orario di tutto comodo mi consente anche di adempiere ad un semplice dovere di nonno. Nel piccolo ed ospitale Barlafuse beviamo un buon caffè e programmiamo già la birra pomeridiana. Un medico e tre inossidabili badanti si occupano di tre più o meno anziani. Attraversiamo il paese ed imbocchiamo la bellissima mulattiera, oggi non scivolosa grazie al vento, che ci porta alla chiesa della Madonna del Carmine.

Osservando le abbondanti acque del Rio di Anzola, apprezzo sempre la saggia amministrazione che ha tenuto lontano, fino ad ora, l'homo idroelettricus. Spero ancora a lungo.  Dietro la chiesa seguiamo il sentiero A33 che, poco più in alto, ci porta sulla strada asfaltata. Qui, a quota 320, inizia il Vertical, detto anche, con termine più patriottico e simpatico, Stra’ Dricia. Lo consiglio coraggiosamente perché so già che sui dolci pendii più in alto potrò recuperare.

O meglio, questo sarebbe il programma. In effetti il bel sentiero è molto diretto, ripido, con qualche comoda ringhiera e cordina che aiutano l’anziano viandante. Dopo poco più di un’ora da Anzola siamo a Pian Sola, 650, dove viene raccontata la leggenda del Pidèn, l'enorme essere magico che aiutò Dio a completare il mondo e che, cadendo dall'alto, lasciò su uno di questi massi l'impronta del suo sederone. Qui termina la Stra’ Dricia e, fino a pochi anni fa, terminava anche la strada carrozzabile  che adesso prosegue fino a Piazza Grande. I criteri costruttivi ormai sono quelli “moderni”, anche se il legname è raccolto e ordinato, mentre il sentiero A33, per ora, è “massacrato” solo in un breve tratto, dove incrocia la strada che, evidentemente, non è ancora ultimata.

Passiamo dall’Alpe I Casali, 789, dove c’è la bella baita di un amico, e raggiungiamo Piazza Grande, 921, in corrispondenza di una cappella con piccolo campanile e di un’indicazione altimetrica “generosa” (quasi tre quarti d’ora). Nel grande alpeggio, direi un paesino sparso su una vasta zona, ci rifocilliamo al sole e al riparo dal vento. Alle baite più alte, sulla sinistra, riprendiamo il sentiero A33 che, passando dall’indicazione dell’Alpe Crota, ci porta all’altro vasto alpeggio di La Tagliata, 1221, in meno di tre quarti d’ora.

Il bellissimo panorama sui quattromila e su un piccolo tratto del Lago non rallenta la nostra avanguardia. Simulando un interesse speciale per i prati alti de La Tagliata, i tre maschietti, seguiti dalle tre badanti, arrivano alla fine dell’alpe, dove il sentiero entra nel bosco di faggi, in direzione sud, e sale dolcemente verso l’Alpe Drosone. Nessuno parla, ma dagli sguardi d’intesa si capisce chiaramente l’intento di modificare il programma preparato per oggi dall’anziano grafomane. E così si prosegue, “tanto sono solo due passi”.

A quota 1300, trovandoci su un versante nord, incontriamo la neve, ben compatta, e quindi delle mie rimostranze dovute a scarpe non adatte se ne fregano. Dopo poco più di mezz’ora usciamo dal bosco all’Alpe Drosone Fuori, 1431, con mezzo metro abbondante di neve. Siamo nell’anfiteatro superbo dominato a sud dal Massone, non facilmente raggiungibile da qui neppure in estate. Si vede a occhio nudo la croce di vetta.

Una grossa valanga fra noi e l’Alpe Drosone Dentro smorza fortunatamente le velleità degli amici e ci fermiamo a pranzare e contemplare al sole, ma non al vento, festeggiando con torta e altre leccornie delle nostre badanti pasticcere il compleanno di una di loro.  Durante la discesa ci offre un graditissimo caffè nella sua bellissima baita a La Tagliata una di quelle persone che ti fanno apprezzare ancor di più le bellezze della montagna e della magica atmosfera che la circonda.

A Piazza Grande facciamo una puntatina alla croce da cui si gode di uno splendido panorama sull’Ossola. Scendiamo in ordine sparso, chi dalla strada, chi dal Vertical e in due ore siamo alle auto ed alle fresche birre del Barlafuse.

Gianpaolo Fabbri

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