PREMOSELLO -28-04-2024-- Un’altra escursione sull’impervio versante di sinistra orografica del Toce in Bassa Ossola. Questi percorsi, al di fuori di quelli tradizionali e più battuti, sono resi possibili dalla creatività, dall’esperienza e dalla conoscenza dei nostri monti di alcuni anziani ma ancora forti componenti del nostro gruppo. Un’altra piacevolissima sorpresa! Un po’ d’avventura e panorami indescrivibili. Come scrive Paolo Crosa Lenz, “nel Verbano Cusio Ossola in pochi chilometri si passa dalle linee dolci dei laghi prealpini all’imponenza dei Quattromila” e i panorami di oggi lo confermano.
GITA N. 149 O 24
ALPE SUI DI SOPRA
APRILE 2024
Dislivello: 800 m. Tempo totale: 4 h. Sviluppo: 7 km.
E’ una splendida giornata con temperatura quasi estiva. Il ritrovo è al campo base di Premosello Chiovenda per il caffè. Saliamo in auto al campo 1 in quel di Colloro, 500. Con tre badanti e due medici i quattro anziani del gruppo, fra i quali il progettista della gita odierna al rientro dopo tempi difficili, sono nella classica botte di ferro. Siamo nel Parco Nazionale della Val Grande. In prossimità della chiesa di San Gottardo inizia il sentiero A36 diretto a Capraga passando da Sasso Termine.
A quota 660 incontriamo un bivio. A sinistra il sentiero è indicato EE e lo conosciamo già. Per amore di comodità seguiamo l’indicazione E, che più si addice a noi pensionati, e saliamo a destra. Passiamo da una cappelletta a quota 780 ed arriviamo all’oratorio di San Bernardo, 818. Qui lasciamo il sentiero A36, che sale a destra verso Sasso Termine, e proseguiamo sull’A36a in piano fino all’Alpe Biogno, verso occidente. La salita riprende dolcemente e più ci si alza più diventano superbi i panorami verso i monti innevati a meridione e ad occidente, verso i laghi ad oriente.
La neve ancora abbondante sopra i milleseicento metri, anche più bassa sui versanti nord, esalta queste meraviglie. Il nostro passo tranquillo si adegua a tanta bellezza. Merita foto un enorme masso che sembra in bilico a fianco del sentiero. Virando a nord est e passando dall’Alpe Bartolo, dopo poco più di un’ora e un quarto di cammino effettivo da Colloro, ecco Capraga, 951. Ci accolgono due vacche Highlander scozzesi con tipico fairplay anglosassone. Ci dirigiamo adesso verso nord, nuovamente sul sentiero A36, verso l’Alpe Pianoni. Il tutto dopo un tentativo fallito su un sentiero più in alto.
Questo tratto è piuttosto impervio, con discese e brevi strappi ripidi in salita, qualche catena e ringhiera, qualche pianta a terra da superare con contorsioni. In pochi ma faticosi minuti raggiungiamo un bivio, a quota 950 circa, dove sostiamo brevemente. A sinistra il sentiero A34 scende verso Genestredo. A destra lo stesso sale verso l’Alpe Sui, lasciando a sinistra il bivio per Alpe Cremosina e Alpe Marona.
Lungo tratti anche molto ripidi arriviamo all’Alpe Sui di Sopra, 1220, dove troviamo baite, alcune diroccate (quasi un’ora e un quarto da Capraga). Qui si trova anche l’arrivo di un chilometro verticale che presumo parta da Vogogna, quota 226. E’ un bellissimo punto panoramico sull’Ossola e sul Monte Rosa. Merita la lunga pausa pranzo, in tenuta quasi da spiaggia. Con spirito d’avventura, che verrà premiato, in discesa ci teniamo a sinistra, dove, in corrispondenza di un ometto, inizia un sentiero molto evidente e pulito, indicato come “non segnalato” e “difficile” sulla cartina.
E’ diretto a sud est, molto ripido, da percorrere con normale attenzione, ma non lo definirei “pericoloso”. Ci porta all’Alpe Pianetta o La Pianeta, come qui si legge. C’è una baita aperta, un piccolo “Museo”, tutto è pulito e ordinato. Complimenti a chi la mantiene così e si fida del prossimo! Il sentiero confluisce sull’ A36, che coincide con la pista sterrata fra Capraga e Sasso Termine. Una grande lastra lucida di sasso ci dice che siamo sul “Gir di Crau”. Noi teniamo la sinistra (oriente) ed arriviamo a Sasso Termine, 954. Qui c’è tanto sasso, baite in piedi e diroccate. Una che mostra solo cemento sembra un pesce fuor d’acqua.
Sempre lungo il sentiero A36 chiudiamo l’anello all’Oratorio di San Bernardo (un’ora dall’Alpe Sui). Al Circolo di Colloro, dopo mezz’ora, pensiamo di chiudere in bellezza la giornata, ma la chiudiamo invece all’ospedale di Domodossola, non propriamente in bellezza, per un piccolo problema poi risolto. Ma è tutta un’altra storia.
Gianpaolo Fabbri