1

necrologi

rugby

Ho conosciuto Giorgio Terruzzi nel 2000. Ero interessata alla Formula 1 ed in particolare ad Eddie Irvine; non per i suoi meriti sportivi, ovviamente. Ricordo bene il nostro primo incontro in un bar di piazza Velasca a Milano dove mi offrì un caffè rigorosamente di fretta ed al banco. A Milano sedersi al tavolino a consumare la tazzina è mainstream, provinciale. Mi sono seduta subito ed ho dovuto aspettare che mi guardasse con aria interrogativa per almeno 5 minuti prima di capire che avrei dovuto alzarmi e raggiungerlo al banco.

Giorgio scrive ed è prima di ogni cosa un giornalista. Lo si conosce principalmente per il suo lavoro a Mediaset (già vice direttore di Sport Mediaset -fino al 2012- e responsabile della rubrica “Motori”), per la sua collaborazione con quotidiani e mensili (Corriere della Sera, GQ). Ha vinto, peraltro, due edizioni del “premio Bancarella sport”, l’ultimo con “Ayrton Senna. L’ultima notte”. Collabora ai testi di Claudio Bisio e Diego Abatantuono. Ha scritto testi per teatro (Tersa Repubblica con Rocco Tanica e Claudio Bisio; I bambini sono di sinistra con Michele Serra e Claudio Bisio), per pubblicità e per il cinema la sceneggiatura di “Asini” con Claudio Bisio. Ama il rugby, le donne e ha un numero imprecisato di figlie tutte bellissime.

Ha in uscita, il 27 aprile, un nuovo libro “Semplice”, un romanzo che tratta di amicizia.

Oggi ho l’opportunità di intervistarlo. Gli ho chiesto questa cortesia al telefono, via whatsapp l’altro giorno. Ne è stato subito entusiasta come un bambino la mattina di Natale. Credo sia dipeso dal fatto che non ha ancora capito chi gli stava chiedendo la disponibilità (poi l’ha capito n.d.r.).

Ciao Giorgio, innanzitutto vista la nostra quasi ventennale conoscenza, vorrei capire come mai ogni volta che ti mando un messaggio tu mi chieda chi io sia. Perché diavolo non hai il mio numero ancora memorizzato in rubrica?

L’ho memorizzato. In ritardo, sì, ma l’ho fatto.

Oltre che di motori sei un vero appassionato di rugby. Da dove ti è nata questa passione? Se fossi una donna a quale giocatore di rugby la batteresti? Mi dai il suo numero che serve per una mia amica?

Ho giocato da ragazzo, ho molti amici che giocarono e giocano, faccio parte di un club meraviglioso (Associazione Sportiva Rugby Milano) con 600 tesserati e 260 bambini. Curiamo la formazione, l’educazione, lo facciamo per davvero. Niente soldi, nessuna discriminazione legata alla prestazione, autentica passione senza interesse. In aggiunta seguo da anni alcuni progetti sociali (istituto Beccaria, Carcere di Bollate, Centro sociale Barrio’s). Il rugby contiene un’etica forte. E chiede di trattare tre verbi molto importanti: appartenere, condividere, sostenere. Non capisco il resto della domanda. Non sono una donna.  Un conto sono i giocatori che giocano, un altro conto sono le persone nella vita.

Questa massima è fantastica. La riferirò alla mia amica che la memorizzerà sicuramente in rubrica. Comunque, so che uno dei tuoi animali favoriti in assoluto è l’asino. Mi puoi dire (in rigoroso ordine) chi secondo te è il più asino nella formula uno, nel motomondiale e nella vita? Casomai mettici pure una breve motivazione così le querele saranno più specifiche.

Asino significa orgoglio resistente ad ogni maltrattamento. Un bell’asino, in F.1 è Alonso, lo dico con affetto, pensando a ciò che vale e a ciò che non ha ottenuto per quanto vale. Un asino da motomondiale è Lorenzo, sempre con la testa bassa a tirare dei pesi inutili. Nella vita, un sacco di asini. Tutti quelli che fanno fatica e non la mettono giù dura. Aspiro a far parte della categoria da sempre e ce la metto tutta.

Il tuo ultimo libro  “Ayrton Senna. L’ultima notte” tratta di Senna e del tragico epilogo della sua vita.  Non è la prima volta per te. Esiste un ricordo tuo, intimo, di questo campione che ti fa sentire particolare nostalgia di lui, oggi?

Molti ricordi. Era una persona particolare, un’anima esposta. Sono incontri che non dimentichi e che segnano. Penso sempre che su una cosa eravamo in perenne sintonia: l’attenzione per l’altro, per chi resta indietro, per una minoranza, per un ultimo.

Nel 2016 hai collaborato come editorialista alla trasmissione Matrix condotta da Chiambretti. Come ti spieghi il suo successo con le donne? Sai che io non l’ho mai capito?

Ma che ne so? La vita è strana e le strade dell’attrazione, dell’intesa, dell’affetto sono moltissime.

Questa, se permetti, la memorizzo io in rubrica. Mi racconti la cosa più interessante ed appassionante che stai facendo oggi? Dove per oggi intendo sia l’adesso, adesso sia i progetti a breve termine.

Beh, il 27 aprile uscirà il mio libro nuovo. E’ un romanzo, il titolo è “Semplice”. E’una storia sull’amicizia, ispirata ad una vicenda vera. L’amicizia come resistenza al tempo, come qualcosa che fa emergere la parte migliore che sta dentro la nostra anima.

Ultima domanda. Fatti una domanda e datti almeno due risposte possibili. La prima deve contenere la parola “Tatiana”, la seconda la parola “sciocco”.

Ma perché, cara Tatiana, perdi tempo con me? Perché sono sciocco al punto da rispondere anche a una domanda come questa? In ogni caso, un sorriso, va là. Cerca di comportanti bene.

Giorgio, contaci. Davvero.

 

Tatiana Giovannetti - 13 marzo 2017