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Con grave e non scusabile ritardo (qualità che mi contraddistingue peraltro in ogni campo), eccomi qui a scrivere un nuovo pezzo per la mia rubrica su VCO24. Oggi voglio affrontare un tema di attualità scottante, che tocca persone che hanno due caratteristiche essenziali: essere donna ed avere una qualsiasi app di messaggistica istantanea installata sul proprio cellulare.

A quale donna non è capitato di ricevere i più strani messaggi di persone, spesso sconosciute ma anche no, che, spinte dal mezzo che garantisce un certo anonimato (per i primi) o comunque è un grimaldello per la timidezza (per i secondi), decidono tutto ad un tratto di inviare messaggi su cui contenuti andrebbe steso quantomeno un trattato psicoantropologico da far impallidire Mauss o Levy Strauss?

Non so a voi, ma a me è capitato.

Dividerei tali personaggi in categorie ben definite.

1) Quelli del selfie al pisello

Trattasi di casi umani che, spinti da non so quale ed infondata pulsione narcisistica, decidono di fotografarsi d'un tratto le parti intime e di inviarti la prova della loro esistenza tramite chat. Normalmente sono sconosciuti (e vorrei vedere) che si approcciano tramite applicazioni quali messanger con profili perlopiù fasulli che, mentre tu stai scrivendo una mail al Sindaco di Paperopoli o semplicemente stendendo la pasta per la pizza, decidono di provare a sé stessi e sopratutto a te che, si, ce l'hanno anche loro e DEVONO assolutamente fartelo vedere. A te. Si, proprio a te. Ora. Tu sei lì tranquilla e “Oh, toh guarda, un messaggio” lo apri curiosa ed eccolo lì. Un involtino primavera sull'attenti compare sullo schermo del tuo cellulare provocando l'immediato lancio dello stesso contro il muro seguito da cinque ave maria ed un padre nostro. Non che una si traumatizzi per un pisello, sia chiaro. Ma trovarselo davanti quando non te lo aspetti e mentre sei impegnata, come ho detto, in occupazioni importantissime come cucinare un pollo per la tua famiglia o tradurre il “De rerum natura” di Lucrezio in lingue aliene (cosa che mi capita di sovente), desta un particolare sgomento, lo capirete.

A volte capita che te li spedisca (sempre improvvisamente) una persona “amica di un tuo amico” a cui hai accettato l'amicizia su facebook solo per questo motivo (essere amico di un amico) e con cui fino a 3 secondi prima magari stavi parlando de “La critica della Ragion Pura” di Kant. Ad un certo punto, senza nessun apparente motivo, PAC! Ti invia una foto del suo pisello. Ed in questo caso ti chiedi come mai. Cosa sarà successo? Cosa c'entra Kant con l'involtino primavera? Non lo sapremo mai. Il tizio viene immediatamente bloccato e rimosso dall'ippocampo che smistando le informazioni da mandare nella corteccia cerebrale, decide di buttare l'intera esperienza (Kant compreso) nel cestino con il cartello “piselli inviati tramite chat/Kant”. Click “svuota cestino”. Ciao pisello. Ciao Kant.

  1. Quelli de “mi hai dato l'amicizia su facebook dunque ora va da se' che mi devi dare tutto il resto”

Preciso che a causa dei soggetti di cui al punto uno, per via inoltre di vicende personali che mi impegnano testa e cuore, e per rispetto della mia intelligenza, ho smesso di dare l'amicizia su Facebook a persone che non conosco realmente. Detto questo mi è capitato in un più o meno lontano passato di commettere il grave errore di pigiare sul tasto “accetta richiesta amicizia” inviata da uomo di solito sopra i 45 o sotto i 25 (non c'è una via di mezzo) il quale un secondo dopo inizia a tempestarti di messaggi (senza aspettare che tu dia una sola risposta, oltretutto) del tipo: quanto anni hai? Dove vivi? La via? Che lavoro fai? Il numero di telefono? Vieni al mare? Me la dai?

Va da sé che il mio ippocampo lavora benissimo queste informazioni e, dopo averle appallottolate, organizza divertenti campionati di basket nel cestino de “il minuto più inutile della mia vita”.

Dimenticavo. Se doveste fare lo sbaglio di rispondere per sfanculare il soggetto lo stesso provvederebbe immantinente a paragonarvi ad un canide offrendovi delle “crocchette” in quanto va da sé che “se hai accettato l'amicizia è tautologico: significa che devi darmela. Subito. Senza troppe storie. Mado' come te la tiri. Oddio”. Non fatelo. Non rispondete. Bloccate. Cambiate identità. Fatevi sottoporre al programma per testimoni di mafia. Subito.

  1. Gli insospettabili

Trattasi di persone che conoscete benissimo. Persone che fino a ieri magari vi davano del lei. Persone a cui date del lei o inizierete a darlo molto presto. Gli insospettabili. Colleghi, conoscenti, persone che vi circondano da lungo tempo con cui solitamente avete sempre avuto rapporti non dico asettici, ma quasi.

Tutto ad un tratto, in un giorno qualsiasi, la mielina che circonda i loro assoni non funziona proprio bene e si scatena un corto circuito neuronale che li porta a dichiararvi il loro assoluto amore o la loro irresistibile attrazione nei vostri confronti.

Se capita e capita con toni scherzosi è accettabile, per l'amor di Dio. Basta prenderli e prendersi un poco in giro e tutto si risolve in una risata aperta (che appena ti volti si trasforma però in una espressione di sconcerto ed in una serie di domande amletiche: “è colpa mia? Ho dato adito a pensare che...? Sono una stolta! Sono sbagliata! Devo telefonare subito al mio analista!).

Capita anche che i toni però siano molto più espliciti ed a quel punto chi arriva? Mastro Ippocampo! Il nostro e mio super-eroe che scatena un vortice cerebrale che avviluppandovi provoca la chiusura di ogni sinapsi e il contemporaneo disseccamento dell'ipofisi.

Niente cestino. Se avete la fortuna di conoscere persone intelligenti, tutto si chiuderà con un vostro gentile diniego. Altrimenti colgo l'occasione di segnalare il telefono anti violenza: 4155 (controllate che non so se sia giusto). Buona fortuna.

Chiudo con una considerazione.

Non voglio demonizzare le app di messaggistica né Facebook. Per me in almeno una occasione sono state e sono ancora una grandissima fortuna.

Immensa.

Il senso del mio articolo è piuttosto quello di esprimere una lode ed un grande ringraziamento al mio piccolo, dolce, gentile ippocampo che, ogni giorno, organizza le mie esperienze gettandole quasi tutte (ho detto quasi) nell'apposito cestino.

Ora vi saluto; devo andare a cucinare il pollo (non è vero, sono pigra, prendo le pizze da asporto).

Abbiate cura di voi!

Ciao!

Tatiana Giovanetti – 10 ottobre 2017