1

necrologi

walter finkbhonner quadro

L’espressione “ho trovato l’America” rimane una delle tante espressioni solitamente usate per comunicare di avere raggiunto un qualche traguardo di felicità, di benessere, di fortuna…

Vivo da quasi 50 anni sia nella mia Zurigo come anche nell' entroterra Ligure, e mi sento più che felice: lavorando ho potuto cogliere il meglio dei due paesi.

Durante una lunga vita professionale mi è stato permesso di creare posti di lavoro interessanti, rivolti a gente piena di voglia di dare il loro meglio.

Proprio nell' Ossola ho trovato giovani – ma anche persone in età avanzata - che hanno imparato velocemente che lavorare e servire bene il cliente finale aumenta il piacere di vivere. Sono convinto che tra i lettori di queste righe ci sono proprio alcuni di queste persone che hanno dato e danno il meglio di sè.

La mia riflessione va proprio al mercato del lavoro stranamente chiuso in questa bellissima Italia, un paese unico nel mondo per i suoi monumenti architettonici, archeologici, culturali e con una gastronomia senza uguale. Ma con una disoccupazione giovanile -e non solo- del più del 40% in Piemonte e Liguria, è difficile andare verso un futuro sereno. Troppe famiglie soffrono.

Nella vicina Svizzera, paese poverissimo 150 anni fa, il 75% delle ragazze e dei ragazzi entrano a 16 anni in azienda, per imparare in modo pratico una dei 260 mestieri: due dei cinque giorni della settimana i giovani frequentano le scuole professionali, dove con altri ragazzi imparano sia le basi teoriche della loro specialità, sia cultura generale e sport.

Sono le ditte, e non le strutture scolastiche o burocratiche che assumono i giovani per i corsi di apprendistato riconosciuti. Così è assicurato che giovani imparano dal primo giorno “dalla gavetta”, guidati da un “maestro” – sempre collaboratore della ditta - che sa come guidare e motivare i giovani. Certamente i giovani ricevano uno stipendio adeguato al progresso delle loro competenze di lavoro. Ovviamente durante i tre o quattro anni dell'apprendistato ci sono impegnativi esami. Alla fine i ragazzi possono raggiungere anche la maturità professionale e per loro non ci saranno più confini nelle carriere professionali. A 20 anni si sono fatti già un nome “nel mercato del lavoro”.

Importante è che non conta l’estrazione sociale o la nazionalità, ma la prestazione del singolo. Qualche esempio? Il Vicecomandante dell'Esercito Svizzero, Aldo Schellenberg ha la mamma italiana (friuliana) e la doppia nazionalità, come lo sono il Presidente della FIFA a Zurigo, Gianni Infantino, ed il Presidente del rinomatissimo Politecnico Federale di Zurigo, Lino Guzzella, tutti figli di emigranti italiani.

Potrei allungare la lista con nomi meno illustri. Grazie alla "meritocrazia" senza inutili gare ed un sistema di lavoro ed una attenta preparazione delle nuove leve… il "lavoro" giovanile abbinato alla pratica professionale, permette alla Svizzera di tenere testa alla sempre più forte concorrenza intercontinentale. Ogni secondo franco guadagnato nella Confederazione elvetica viene dal commercio con il mercato mondiale.

Come diceva Renzo Arbore in un “Carosello” nel lontano 1982: "mediate gente - meditate". E aveva ragione.

Walter Finkbohner – 3 marzo 2017