Un collegio elettorale si dice che è uninominale (un solo nome) perché viene eletto solo il candidato che ha preso più voti (ne basta uno in più del secondo).
Un collegio elettorale si dice plurinominale o proporzionale perché vengono eletti più candidati (per un massimo di 8 per ogni collegio).
Alla Camera bisogna eleggere 630 deputati e al Senato 315 senatori (oltre ai 6 senatori a vita che ritroveremo nella prossima legislatura: Giorgio Napolitano, Mario Monti, Claudio Abbado, Elena Cattaneo, Renzo Piano, Liliana Segre).
Può votare alla Camera chi ha compiuto 18 anni e può votare al Senato chi ha compiuto 25 anni.
Si può candidare alla Camera chi ha compiuto 25 anni e al Senato chi ha compiuto 40 anni.
1) Alla Camera verranno eletti 232 deputati in collegi uninominali; 386 in collegi plurinominali; 12 nella circoscrizione estero.
2) Al Senato verranno eletti 116 senatori in collegi uninominali; 193 in collegi plurinominali; 6 nella circoscrizione estero.
Esiste una 'soglia di sbarramento', cioè il partito che ottiene meno del 3% non avrà rappresentanti, così come non avranno rappresentanti le coalizioni di partiti che otterranno meno del 10% ma vale solo per la parte proporzionale. I voti non assegnati in base alla soglia di sbarramento, verranno proporzionalmente assegnati agli altri partiti.
Ci sarà una scheda unica per la Camera e una scheda unica per il Senato, ma non è ammesso il voto disgiunto cioè la possibilità di votare un candidato nel collegio uninominale e una lista a lui non collegata nella parte proporzionale.
Ci si può candidare contemporaneamente fino a un massimo di 5 collegi plurinominali e un collegio uninominale (ciò per permettere al candidato non eletto in un collegio di essere eletto in altro collegio). Infatti i 'listini' per il proporzionale contengono da 2 a 4 candidati per ogni collegio.
Giudice Carlo Crapanzano - 28 gennaio 2019