VCO- NOVARA- 06-07-2020--Negli anni, i dibattiti
sulla possibilità che i dati usati da computer e telefonini potessero essere oggetto di controllo da parte dell’autorità giudiziaria, si sono susseguiti con ritmo quasi giornaliero. Non tutti sanno, però, quali dati e per quanto tempo sono a disposizione dello Stato.
Tutti gli operatori di telefonia hanno l’obbligo di conservare i dati dei propri utenti e di fornirli allo Stato quando lo richiede (comunque periodicamente i dati vengono inviati allo Stato su supporto digitale, anche senza richiesta). Lo prevede l’art. 3 del Decreto Legislativo 109/2008.
I dati da conservare praticamente sono tutti:
1) per le telefonate: il chiamante, il chiamato, i loro numeri, il loro indirizzo di residenza, la loro professione e tutto quello che le persone fanno nella loro vita reale;
2) per i messaggi (MMS e SMS): stesse caratteristiche del numero 1;
3) per il collegamento a internet: oltre a tutti gli elementi del numero 1, si aggiungono gli indirizzi IP di tutti i connessi, il tipo di connessione, il contenuto intero delle pagine internet, i siti visitati, la presenza sui social, gli indirizzi email e i loro contenuti.
Praticamente, come vedete, nulla sfugge al controllo dello Stato. Per quanto riguarda il tempo fino a quando si possono conservare questi dati, varia a seconda della richiesta. Il minimo è due anni, ma normalmente si arriva fino a sei anni. Quindi, gli ultimi sei anni della propria vita sono controllabili e controllati, parola per parola, dallo Stato Italiano. Lo prevede la legge 167 del 2017.
Carlo Crapanzano