VCO-14-10-2019- La nostra Costituzione prevede
all'art. 53 che tutti siamo obbligati a sostenere la spesa pubblica in base alla nostra capacità di reddito e che il nostro sistema tributario è progressivo. Ciò vuol dire che chiunque abbia un reddito deve pagare le imposte o le tasse (tra poco vedremo la differenza) e che il pagamento è progressivo, cioè chi guadagna di più pagherà di più.
Le imposte sono i pagamenti in denaro che effettuiamo in favore dello Stato o di altri enti pubblici in base al nostro reddito. Questi pagamenti contribuiscono alla spesa pubblica (sanità, istruzione, trasporti, ecc.). Quindi è un pagamento che ha un carattere generale.
Le tasse invece sono pagamenti in denaro che effettuiamo solo se richiediamo un determinato servizio. Se ad esempio iscrivo un figlio a scuola pagherò la tassa scolastica e se non ho figli a scuola ovviamente non pagherò alcuna tassa scolastica; se prendo un autobus pubblico pagherò il biglietto altrimenti no, e così via.
I contributi si pongono a metà tra le imposte e le tasse e sono pagamenti obbligatori effettuati per finanziare un'opera o un servizio particolare, come ad esempio i contributi previdenziali per la pensione, il contributo unificato per iniziare un processo civile o i versamenti dei professionisti alla propria Cassa di appartenenza.
Esistono scaglioni progressivi per i nostri redditi: fino a un reddito di 15.000 euro si pagherà il 23%; da 15.001 a 28.000 il 27%; da 28.001 a 55.000 il 38%; da 55.001 a 75.000 il 41%; da 75.001 in poi il 43%.
Ovviamente il reddito sarà calcolato in base alla fascia effettiva. Ad esempio se ho un reddito di 18.000 euro, pagherò il 23% di 15.000 euro (primo scaglione) e il 27% dei restanti 3.000 euro (secondo scaglione da 15.001 a 28.000); se ho un reddito di 35.000 euro, pagherò il 23% di 15.000 (primo scaglione), il 27% di 13.000 (secondo scaglione fino a 28.000) e il 38% dei restanti 7.000 euro (terzo scaglione). E così via.