Il diritto di voto delle donne ha avuto nel mondo vari momenti nei quali è stato riconosciuto.
Questo importantissimo diritto è stato esercitato per la prima volta in Italia nella votazione tra monarchia e repubblica il 2 giugno del 1946 e fu il Decreto Luogotenenziale n.23 del 1945 a riconoscerlo alle donne che avessero compiuto 21 anni. Tuttavia erano escluse dal voto le prostitute che esercitavano il loro lavoro fuori dalle case chiuse perché potevano essere portatrici di malattie contagiose; quelle che esercitavano nelle case chiuse, invece, in quanto in possesso di libretto sanitario, potevano votare (art. 354 del Regio Decreto 635 del 1940).
Ci si accorse però che era stato riconosciuto alle donne italiane il diritto di votare, ma non quello di essere votate e cioè di candidarsi. Si corse ai ripari appena in tempo con il Decreto Legislativo Luogotenenziale n. 74 del marzo 1946, a circa due mesi dal voto del 2 giugno e così le donne poterono anche candidarsi ed essere elette.
La prima nazione al mondo ad avere riconosciuto il voto alle donne è stata la Nuova Zelanda nel 1893. Tra i paesi occidentali, ricordiamo la Russia nel 1918, gli Stati Uniti nel 1920, la Germania nel 1918, la Francia nel 1945. La Svizzera solo nel 1971 ha riconosciuto il voto alle donne e comunque ogni cantone ha deciso autonomamente; il cantone svizzero di Appenzello Interno, ad esempio, ha riconosciuto il voto alle donne solo nel 1990.
Uno dei pochi stati al mondo dove le donne non votano è Città del Vaticano: votano solo i cardinali quando eleggono il Papa perché possono essere solo uomini.
Carlo Crapanzano