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Credo che sia necessario fare un poco di cronistoria sulla questione San Biagio

e sanità anche accennando a cosa io abbia realizzato per doverosa informazione, soprattutto di molti giovani che non mi conoscono, che seguono la rubrica. Grave fu l'errore, da parte della quasi generalità dei movimenti e degli altri protagonisti, di aver rincorso solo la difesa del punto nascite; salvo, cammin facendo, di rubacchiare idee in precedenza contrastate, senza molta comprensione, costanza e coerenza nel tempo, soprattutto della visione di SOS per una difesa globale dei servizi del San Biagio a partire dal DEA, ma anche di tutti e tre presidi del VCO in un contesto complessivo di altri servizi e attività. Questione poco compresa particolarmente durante le partecipate assemblee del 2011 nella sede comunale. Una posizione, senza la quale la "montagna" si spopola e degrada. Rammento che ci si accusava addirittura, con molta foga, di non difendere il punto nascite. La nostra idea di fare ricorso al TAR fu combattuta e poi ritardata, anche se fatta propria da altri, (oltre al sindacato dei Pediatri in prima fila) procurando un ritardo di almeno 5 - 6 mesi, col risultato che l'orientamento della magistratura era cambiato, rispetto ad altri casi accolti negli anni e mesi precedenti, non sentenziò la riapertura. Non affrontiamo altre delicate questioni su tale complicato tema, mentre sulla questione generale della sanità ne abbiamo viste di tutti i colori dall'inizio del secondo millennio. Vi erano "comitati" nel 2002 concentrati soltanto sulla difesa del punto nascite che ebbero ampi echi sugli organi di stampa nazionali; soprattutto Comitato Mamme, resuscitato nel 2011, con la nuova chiusura del punto nascite ma con scarsa efficacia perché il quadro nazionale era radicalmente cambiato e peggiorato. Alcuni di questi comitati, con "blasone" nazionale, hanno cambiato opinione e interessi (cammin facendo); altri, che hanno occupato quasi inutilmente uno spazio in un lungo periodo, sono spariti e poi hanno appoggiato o hanno aderito ai sostenitori della svendita del San Biagio con il massimo d'incoerenza. Altri ancora, nati nel secondo semestre del 2011 e che ogni tanto riappaiono come fiumi carsici tanto per avere "una parte in commedia" e che scelsero, alla loro costituzione, di affiancare e, in parte aggregarsi, a un movimento politico ma di non aderire a un comitato esistente come quello "mamme" oppure a SOS già esistente da mesi. Infatti, SOS era attivo da qualche tempo ed era apertissimo al dialogo e all'inclusione per fare massa critica. Rifacendo un passo indietro rammento che alle manifestazioni in piazza contro la chiusura del punto nascite del 2002, partecipai senza fare alcuna dichiarazione e senza un impegno diretto sul tema perché erano già in campo tutti, ma proprio tutti, ivi compresi gli alpini. In quel tempo il comitato mamme aveva raggiunto le pagine nazionali e a molti politici politicanti, amministratori e "amminestratori ", era "conveniente" apparire e mostrarsi al Popolo in subbuglio. Il mio silenzio era anche motivato da un disgusto nei confronti di una politica che, nella sua totalità, aveva osteggiato il mio aver fatto diventare il San Biagio e l'allora USSL 56 Ossola, da ultima del Piemonte a seconda nella provincia di Novara per qualità e complesso di servizi. Non escludo che i vari "poteri forti" avessero agito per "farmi fuori" e non solo dal punto di vista amministrativo; ma questo è solo un mio pensiero. Credo opportuno fornire "in fondo al testo della presente*", ai lettori di questa rubrica “Il contro canto del gallo” , alcune realizzazioni per consentire a chi non mi conosce, una sorta di mio stringato curriculum sulla sanità e dintorni. Aggiungo anche che, come SOS, abbiamo dato un notevole contributo in termini di richiesta, sollecitazione e di idee per far aprire emodinamica a Domodossola. Il vero problema è che molti guardano solo il "particolare "e non l'insieme, e che la questione decisiva che nel tempo determinò la chiusura del punto nascite e il percorso di declassamento del San Biagio, era stata il trasferimento dal San Biagio al Castelli di Pediatria e Ostetricia e Ginecologia, fatta molto prima. Questo provvedimento fu colpevolmente ignorato da tutti mentre, in quella circostanza, si sarebbe dovuto protestare duramente! Qualche anno dopo, scrollatomi di dosso la mia "abulia", nel 2010, per la mia esperienza acquisita sul campo e per intuito, ebbi la certezza che il San Biagio fosse di nuovo sotto attacco e, per difenderlo essendo un servizio molto importante per il territorio insieme ad altri e un contesto ampio e generale. Pertanto, insieme a un gruppo di persone, decisi di creare un gruppo su facebook, come iniziativa anche propedeutica a un'organizzazione nella realtà, in difesa non solo della sanità in Ossola, (dal mio punto di vista, anche del Verbano e del Cusio), ma anche di altri servizi importanti. Il gruppo nacque concretamente tra il febbraio e il marzo del 2011 e, per organizzarci anche nella realtà non virtuale, dopo aver avuto adesioni al gruppo su facebook, indicemmo un'assemblea all'hotel Corona il 5 luglio che s'incrociò, con la decisione di regione e ASL Vco, di richiudere il punto nascite avvenuta qualche giorno prima, tra la convocazione e la riunione. Per questa coincidenza l'assemblea ebbe una partecipazione enorme di persone che non fu possibile contenere nella sala a disposizione e moltissimi partecipanti, restarono nei corridoi, nelle scale e anche davanti all'ingresso dell'albergo. In quell'occasione, a dimostrazione della nostra apertura, chiamammo ad affiancarci alla presidenza altri rappresentanti dei comitati esistenti presenti all'iniziativa. Il resto della "storia" di questi ultimi sei anni è stata cronaca. Alla fine della riunione si organizzò una fiaccolata dall'hotel Corona al San Biagio, passando dal municipio. Il 20 luglio 2012 fu costituita l'associazione SOS senza fini di lucro con atto formale presso la sede dell'Ufficio delle Entrate. La nostra attività è stata prevalentemente quella di dare suggerimenti alle istituzioni piuttosto che soltanto criticare o denunciare che pure abbiamo fatto quando era necessario. Un fatto più importante tra tutti, che non è unico, è l'emodinamica per la nostra rivendicazione, la realizzazione e per come concepita nell'organizzazione e nell'operatività, cioè per il tipo di collegamento molto stretto e organico con il suo secondo livello che è Novara. Tema innovativo che ci siamo "inventati" proponendolo a tutti i servizi ospedalieri per garantire qualità ed economicità. Aggiungiamo la proposta di una vera integrazione tra ospedale e territorio nelle periferie non solo per decentrare ma fare da filtro con una struttura principale del territorio sull'esperienza del Country Pediatrico; entrambi queste idee fanno fatica a "entrare nella zucca" della politica sanitaria a livello generale e locale, come ho anche capito dall'intervento del DG dell'ASL Vco in una rubrica televisiva. La politica del dialogo e della collaborazione è morta con la nomina della nuova dirigenza dell'ASL vco e della giravolta degli amministratori del Pd, per la verità con alleanze strane, che hanno rinnegato le loro precedenti posizioni, solennemente ribadite anche sui tre palchi alla presenza di migliaia di cittadini in tre diverse e partecipatissime manifestazioni. Abbiamo tentato, disperatamente, la strada di Una che resta in stand by in attesa che ci sia fertile il terreno, senza alleanze con alcuno, a dimostrazione che siamo e saremo, indipendente dallo strumento che sarà utilizzato, compresa la rubrica gentilmente concessaci da Ossola24 , autonomi e distinti e distanti da partiti e movimenti. Risultato importante è che, senza il nostro contributo decisivo, non vi sarebbe stata una maggioranza di elettori domesi a difesa del San Biagio. La strada che abbiamo davanti è difficile perché la situazione si è incancrenita per le giravolte, le piroette e i tradimenti, ma è anche molto semplice e lineare come sempre in democrazia. Necessita una nuova e più grande manifestazione popolare a Domodossola, possibilmente promossa dal sindaco del capoluogo dell'Ossola, con il supporto di tutte le associazioni, di qualsiasi natura, ancora sensibili sul tema della difesa della sanità pubblica in questa provincia tripolare, quindi del San Biagio, del Castelli e del Madonna del Popolo.

Bernardino Gallo  - 23 gennaio 2017

* Servizi “creati” all’ospedale San Biagio e in Ossola nel periodo di presidenza del sottoscritto alcuni sono stati cancellati dai successori. = *DEA Dipartimento Emergenza e Accettazione (in precedenza c’era solo un pronto soccorso). *ANESTESIA E RIANIMAZIONE (In precedenza gli anestesisti erano soltanto 2). * CARDIOLOGIA e Terapia Intensiva Coronarica. *Ambulatorio Nefrologia e Dialisi. * PEDIATRIA – (costruzione nuova sopraelevata sul corpo centrale). * Sala Operatoria Ostetricie e Ginecologia. * RECUPERO E RIEDUCAZIONE FUNZIONALE (Fisiatria). * UROLOGIA. * NEUROLOGIA *Otorinolaringoiatria (Autonomia e potenziamento). * OCULISTICA (sovrazonale a livello provinciale). * SERVIZIO FARMACEUTICO. * SERVIZIO TRASFUSIONALE. * Servizio di neuropsichiatria infantile. * Miglioramento generale dei locali e delle attrezzature (particolarmente letti). * DISTRETTI SOCIO SANITARI (anche in tutte le valli ossolane e potenziato in Val Vigezzo).* Servizi di tutela Ambientale. (fatto monitoraggio inquinamento fiume Toce). * SERVIZI VETERINARI. * MEDICINA SPORTIVA nella sede di Premosello. * PSICHIATRIA. * GUARDIA MEDICA (con il coinvolgimento dei medici di "famiglia" nelle valli). *CONSULTORIO FAMILIARE (potenziando quello già realizzato come assessore a Domodossola). * Nuova scuola infermieri professionali. (oggi sede laboratorio analisi). * MAPPA dell’Ossola sui veleni nell'aria, acqua e alimenti. Unica nel suo genere. * Screening sanitari rivolti ad alunni di tutte le scuole con periodicità annuale. Tra cui vista e udito. * Potenziamento e creazione di attività specialistiche ambulatoriali extra ospedaliere, * Interventi sul sociale sia direttamente che in collaborazione e in convenzione, con operatori sociali privati dell’area cattolica: Casa Rosa di Masera, la Noga di Villadossola e altre confluite poi nella casa “Don Gianni” di Domodossola