1

necrologi

domodossola panorama

Che Verbania, grazie all'unificazione di tre comuni da parte del Duce abbia usato con furbizia e intelligenza questo raggruppamento che la faceva diventare il comune più popoloso dell'allora alto novarese, è indubbio, avendo sostanzialmente un campanile solo si è sempre uniti e si litiga solo dopo aver portato a casa risultati. Del resto, non è un caso che il PCI e l'associazione industriali avessero una loro sede prima ancora della provincia VCO a Verbania. Con la nuova provincia si consolidarono i servizi vecchi e nuovi e vi si concentrarono, servizi che si rafforzarono anche fagocitandoli da Domo, dal Tribunale, alla sede del Questore, dalla Finanza, alla sede della nuova provincia e altri ancora. Istituzioni che io ho definito i poteri dominanti della nostra realtà. L'Ossola ha avuto solo momenti straordinari di unione a partire dalla Repubblica Partigiana dell'Ossola e, per "inerzia" nei periodi successivi. Alla fine degli anni 40 tutti i sindaci ossolani con primo firmatario Ettore Tibaldi, il massimo esponente della Repubblica Partigiana dell'Ossola e presidente della Giunta Provvisoria di Governo con sede nel palazzo municipale di Domodossola, esprimevano un giudizio totalmente negativo sulla prospettiva della provincia azzurra. Oggi assistiamo alla frantumazione delle Unioni Comuni Montani per una ristretta visione d'interessi localistici come il piatto di lenticchie per la comunità montana Alta Ossola e quelli, in via di estinzione dei ristorni dei frontalieri per la Val Vigezzo. Purtroppo c'è anche di peggio, come la frattura che si riferisce alla denuncia nei confronti del vice sindaco del comune di Borgo Mezza Valle, PierFranco Midali per aver criticato l'acquisto degli autovelox da parte dell'Unione dei comuni montani Ossola. Per intenderci quella più grande. Anche il sottoscritto aveva criticato tale scelta poiché la montagna, la nostra in particolare, ha ben altre esigenze per arrestare il declino e tentare un rilancio. L'elenco è molto lungo. In seguito, fino alla soglia degli anni ottanta, vi erano strutture importanti rappresentanti di tutto il territorio: Artigiani, Commercianti, Comunità Montana unica, per non parlare della presenza di aziende legate allo scalo internazionale, come innumerevoli ditte di spedizione e trasporti di valenza locale, ma anche nazionale e internazionale (Saima, Gondrand). Questa tendenza ad accentrare per la solita economia di scala dovrebbe, almeno essere di tipo federale e assicurare alle periferie, soprattutto montane, un buon margine di autonomia. Anche i giornali locali erano un riferimento non solo di cronaca per l'Ossola, come L'Eco Risveglio Ossolano, poi fusosi. Nacque anche una televisione ossolana locale che era verde e diventata azzurra cammin facendo. La nuova provincia, come un buco nero, ha fagocitato le associazioni e ha condizionato, forse per la linea ottusa nelle periferie dell'economia di scala e per l'influenza dei poteri forti, anche l'assetto e la visione del giornalismo. Da parte di taluno vi è anche una ricaduta personale con incarichi di prestigio a vari livelli. Invece quello che non è mai mancato in Ossola è l'adesione al volontariato sociale in tutti i campi; molto importante, ma non sufficiente, a creare coesione per garantire e difendere il territorio. Oggi la strada maestra, se ci si riunisce, resta quella della provincia autonoma con la specificità montana, ma Federale e con la dotazione di adeguate risorse come accade in altre due provincie con situazioni simili alla nostra. La Regione ci riconosca il mal tolto dei canoni idrici in misura adeguata, considerato che i proventi derivano da ricchezze ingenti di questo nostro territorio e si conformi a quanto fatto dalle rispettive regioni per Sondrio e Belluno. Data l'importanza dell'argomento, mi riprometto di scrivere altre considerazioni su questo punto.

Bernardino Gallo 10 febbraio 2017