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necrologi

citta domodossola panoramica

Slogan elettorale lanciato dal sottoscritto e ripreso da Pizzi. Su questo tema auspico una maggiore convinzione e visione a 360 gradi oltre il pentagono domese per svolgerlo, seppure nell'ostracismo e nell'indifferenza di molti sindaci. Alcune riflessioni e qualche suggerimento che invio al Sindaco Pizzi col quale mi è molto arduo parlarci a causa di suoi infiniti impegni anche per "arretrati " accumulati per una vicenda familiare. Sciolte le comunità montane sono subentrate le unioni dei comuni montani con obiettivi limitati a obiettivi più impellenti come la sistemazione in un'unica sede di alcuni servizi per dare di più a costo inferiore, ma che pure fanno fatica a decollare per il solito campanilismo e le divisioni partitiche. Col passaggio dalla comunità montana alle unioni si è fatto uno "spezzatino" e, quindi, indebolire ulteriormente l'Ossola in ben quattro unioni, due per motivi di campanile e altre due in ordine di partiti contrapposti! Eppure sappiamo bene che vi sono problematiche che hanno bisogno di un ambito notevolmente superiore al comune, Domodossola compresa, e alle associazioni unendo tutta l'Ossola che è il "minimo sindacale". Altre aggregazioni sono l'Ossola, la provincia, la regione, il Nord Ovest e poi il nostro Paese e l'Europa. Una rete che deve essere interconnessa in una visione assolutamente non centralistica ma federativa per esaltare il ruolo economico e sociale delle singole realtà e delle periferie tra le quali la montagna e garantirvi servizi e occupazione. Esattamente il contrario di quanto fatto, ad esempio, in sanità col 118 e con il CUP di Piedimulera dove si perderanno circa 3i posti di lavoro. La realtà è ben altra. Domodossola, se si accettano e si subiscono i limitati obiettivi prioritari delle unioni dei comuni, potrebbe essere autonoma e decidere di uscire dalla propria unione, ma avrebbe maggiori difficoltà a mantenere fede al suo impegno di capoluogo che dovrebbe essere perseguito svolgendo un ruolo trainante. Certo che l'Unione non può continuare come con Cattrini, a fare da bancomat con Domodossola, dimenticando che il capoluogo affronta gli oneri di servizi per tutta l'Ossola i cui costi andrebbero riconosciuti. Svolga comunque il ruolo, anche da fuori, ma solo se costretto, anche se penso che sarebbe meglio una presenza attiva nell'unione di appartenenza oltre che insieme alle altre tre unioni dell'Ossola, con le quali occorrerebbe formare una struttura di coordinamento; la mia proposta era quella di inserire questo strumento di coordinamento e rappresentanza negli statuti di ciascuno. Capisco che tale compito per il sindaco Pizzi è molto arduo in considerazione della subordinazione al "pensiero unico" della gran parte dei sindaci, ciononostante personalmente resisterei pretendendo che sia riconosciuto a Domodossola il costo del suo ruolo per l'Ossola intera. Il sindaco Pizzi ha certamente conseguito un risultato positivo con l'accorpamento, quindi la stabilizzazione, di alcuni servizi statali nell'ex pretura di Domodossola. L'unione dovrà riconoscere i costi conseguenti. In ogni caso questo non significa rassegnarsi alla perdita del giudice di pace, anche se il treno è stato perduto da Cattrini che non ha fatta l'istanza al ministero competente nei tempi stabiliti. Penso che bisognerebbe battersi per recuperare tutti i servizi "rubati" a Domodossola compreso il giudice di Pace, anche se la strada è in salita.

Oltre alle unioni occorre utilizzare anche la provincia, che si pretende sia autonoma e federale, quest'ultimo aspetto, condiviso tempo addietro dall'on. Borghi, sarebbe risolvibile semplicemente con una norma nello statuto che preveda un voto "qualificato" su questioni importanti allo scopo di garantire ogni singola zona: (Cusio, Ossola e Verbano). Occorre infine, interloquire con la Regione Piemonte, che pure pare sorda, e con il locale rappresentante del Parlamento. Questi semplici concetti pare siano indigesti a moltissimi per motivi di arrogante, becero e miope campanilismo oltre che adesione e subordinazione al "pensiero unico" di cui sopra, seppur traballante. Non mi arrendo ad archiviare la speranza che Domodossola svolga il ruolo storico di capoluogo che le compete.

Infine non si capisce perché non sfruttare appieno i locali dell'ex comunità montana che sono a Domodossola evitando inutili baruffe e affrontando le questioni in sospeso con spirito costruttivo e unitario al di la di chi sia l'ente proprietario.

Vero che la situazione in generale è molto grave e che "non c'è più trippa per gatti", ma un margine di manovra esiste se si da ascolto alle esigenze dei cittadini si da loro una prospettiva credibile, informandoli e, soprattutto, mobilitandoli insieme alle associazioni tutte per il San Biagio e tutti gli altri servizi di capoluogo del territorio.

Bernardino Gallo – 6 marzo 2017