Ai molti che ritengono che sia inutile ogni
iniziativa per tentare di arrestare il declino dell'Ossola perché siamo pochi e isolati, rammento che nella famosa metafora della farfalla s'immagina che un semplice movimento di molecole d'aria generato dal battito d'ali dell'insetto possa causare una catena di movimenti di altre molecole fino a scatenare un uragano in un'altra parte del mondo.
Edward Lorenz fu il primo ad analizzare l'effetto farfalla nella "teoria del caos". L'idea è che piccole variazioni nelle condizioni di partenza producano grandi variazioni nel comportamento a lungo termine di un sistema.
Nonostante le guerre nel mondo, le minacce sempre più diffuse del terrorismo, le politiche che segnano l'era Trump, la Brexit, il populismo in Europa, le migrazioni bibliche e incontrollate dei migranti che tanto spaventano la gente e che sono cavalcate strumentalmente dai populisti, rammentando che il populismo e la conseguenza della scarsa o inesistente rappresentanza del popolo da parte delle istituzioni a tutti i livelli. Nella convinzione che anche un solo battito di ali possa procurare un uragano da qualche parte del mondo globale, parliamo di problematiche meno gravi della nostra realtà periferica e siamo convinti che una presa di coscienza popolare sia fondamentale e decisiva per arrestare il declino dell'Ossola che i maggiorenti, con un numero sempre crescenti di adepti, stanno organizzano da molto tempo.
Un noto giornalista locale ha scoperto che l'Ossola è divisa su tutto, cosa che ho denunciato e tentato di contrastare da molto tempo. Io aggiungo che non sia sufficiente indicare il fenomeno ma analizzarne anche le cause. La cosa "strana" che è immediatamente evidente è che, mentre in generale si pratica una politica di neo centralismo contro le periferie palese evidente in tanti atti come ad esempio la chiusura della struttura Arpa nel Cusio, e di recente il Cup di Piedimulera e di queste il massimo responsabile è il vice presidente Reschigna, che nega i fondi dei canoni idrici al Vco, (prevalentemente Ossola), dopo aver fatto diventare montana Verbania. Naturalmente è in buona compagnia in termini di responsabilità, appare evidente che si scontra con questa politica di aggregazione, la frammentazione dell'Ossola. La mia idea è che in generale i manovratori vogliono aggregare, per controllarle meglio, tutto l'aggregabile a livello Vco, Ciss compreso che non gli è ancora riuscito, mentre il resto è da concentrare a livello regionale e aree metropolitane mentre l'Ossola deve essere frammentata divisa e debole. La responsabilità di questa divisione credo sia anche del Pd che gestisce la massima unione con ordini gerarchici che arrivano dall'alto per adeguarsi al pensiero unico, nonostante qualche presenza non ortodossa che, forse, chiude gli occhi. Per le unioni dei comuni montani in Ossola, si è lasciato spazio a raggruppamenti territoriali campanilistici e "egoiste" come l'Antigorio e Formazza, per i proventi delle dighe idroelettriche e la Val Vigezzo per i ristorni dei frontalieri. In questo contesto altri comuni che sono restii al pensiero unico dell'unione più grande se ne sono "fatta" una quarta per fatti propri, con amministrazioni di centro destra alla quale potrebbero partecipare anche altri comuni a partire da Domodossola e Piedimulera.
Dal mio punto di vista resto dell'idea che occorrerebbe una mobilitazione popolare e delle varie associazioni di categoria e di volontariato e battersi per la difesa del San Biagio, in passato definito l’ethnos ossolano dall'onorevole Borghi, iniziativa che ho suggerito allo stesso sindaco Pizzi e in precedenza a Cattrini; quest'ultimo ha preferito avere garantita la candidatura dal Pd rinunciando agli impegni solenni sul San Biagio e ha presa una sonora legnata.
Chi ci sta batta un colpo altrimenti dell'Ossola non resterà che l'OSSO.
Bernardino Gallo - 20 aprile 2017