Referendum del Vco alla Lombardia – Il Popolo firma liberamente nonostante le giaculatorie di alcuni rappresentanti del passato che tentano di frenare.
Il giorno 28 novembre 2017 alle ore 11 circa i giornalisti di Rai 3 sono venuti a Domodossola per intervistare i promotori del referendum e mi son convinto ancora di più che l’apporto del sottoscritto e della maggioranza del suo numeroso gruppo Sos su Facebook, sia molto importante, non solo per lo stimolo a firmare, ma perché liberi e senza legami con partiti e movimenti tradizionali, esattamente come la stragrande maggioranza dei firmatari. Ritengo opportuno che chi abbia ancora qualche legame con partiti e movimenti, li sollecitino a esprimersi sul tema. Penso, però, che sia molto più importante recuperare sul referendum i cittadini che disertano il voto “politico” e che sono la maggioranza.
Per tale motivo il mio supporto all’iniziativa delle firme per il referendum che definisco storica, continuerò a farlo in modo convinto e incisivo, come dimostrano anche le tante amiche e amici che hanno firmato in piena autonomia. La raccolta di firme autenticate per chiedere il referendum per il passaggio dal Piemonte alla Lombardia prosegue in modo massiccio, continuo e spontaneo da parte del popolo del Vco; ciò soprattutto con i banchetti, mentre nei comuni si fa maggior fatica per la limitata disponibilità oraria degli uffici competenti e le difficoltà di accesso agli uffici o l’assenza o la scarsità di personale soprattutto di sabato. A questo punto inviterei i Sindaci, a partire dai favorevoli ma anche gli altri, perché diano un esempio di attenzione e di democrazia, dando la loro disponibilità per organizzare dei banchetti in piazza nei loro comuni per la raccolta delle firme, magari in giorni di maggiore affluenza di cittadini come mercati o altro. I motivi di questa grande affluenza e spesso con code in attesa, è dovuto a due fattori importanti. Il primo è chiaramente percepito che non è iniziativa di parte e supera gli schieramenti di partito coinvolgendo anche quella fetta di elettori che non vanno più a votare in misura del 50% o più. Il secondo evidenzia la protesta contro i governi del Piemonte che si sono succeduti almeno negli ultimi 20 anni, per la loro politica ultra centralista o torinocentrista che abbandona le periferie e tra queste soprattutto il Vco la cui provincia, a parole autonoma, ma nei fatti senza nemmeno le risorse elementari per sgombrare la neve o intervenire nelle emergenze e le manutenzioni delle scuole (superiori) di competenza. Riconfermo che la nostra provincia deve essere veramente autonoma per le risorse ma anche federale per essere rispettosa di una delle sue peculiarità, quella che è tripolare e che occorre un’organizzazione che tuteli tale assoluta realtà e che molti hanno voluto ripetutamente ignorare, partendo con il piede sbagliato già dalla costituzione della nuova provincia, durante la quale si perse metà Cusio. Il Piemonte, come le regioni del Veneto e della Lombardia, riconosca alla provincia del Vco le risorse che incamera con i canoni idrici del nostro territorio e ogni problema di risorse sarebbe risolto. Bisogna battersi perché a livello di tale provincia autonoma e federale vi siano una serie di servizi delle strutture statali e regionali ma anche delle associazioni di categoria. Pertanto anche sindacati che si sono adeguati al neo centralismo spostando i vertici di comando a livello di quadranti, (più province), affossando il controllo democratico e costituendo dei carrozzoni. Altre questioni di vitale importanza che con la raccolta firme la gente sollecita, è che sarebbe opportuno che i promotori originali facciano esplicitamente propri i seguenti temi:
1. La difesa delle periferie e quella vera della montagna con la battaglia contro il suo spopolamento che galoppa nonostante le chiacchiere fatte da chi dice di difenderle, ma al dunque non si vede assolutamente niente o quasi. Forse c’è solo un “ritorno” personale di qualche politico con relative ulteriori cariche e prebende?
2. La difesa degli ospedali esistenti nel Vco con i due Dea e il pronto soccorso poiché in questa realtà senza questi presidi, è materialmente impossibile garantire l’urgenza e l’emergenza con ambulanze ed elicotteri sia per la complessità viaria e delle perturbazioni, ma soprattutto per la distanza dell’ospedale di secondo livello, (Novara), quello con servizi di maggiore complessità, come cardiochirurgia e neurochirurgia, tanto per citarne alcune più comprensibili ai non addetti ai lavori.
Del resto per questo ultimo motivo è stata aperta per il Vco all'ospedale San Biagio, anche con il nostro contributo esterno, l’emodinamica, applicando il mio assioma che per garantire la qualità in tutti i servizi degli ospedali periferici, è necessaria una stretta interazione tra questi e l’ospedale di riferimento di secondo livello che per noi è Novara, molto distante. Purtroppo un duro attacco è in corso contro l’esigenza di nascere in montagna poiché la dirigenza ASL 14 vco sta soffocando il punto nascite del San Biagio sostanzialmente impedendo a molte mamme di partorirvi non agevolando nemmeno il Castelli che registra un numero totale di parti in caduta verticale e incremento della cosiddetta mobilità passiva in direzione di altri ospedali.