1

necrologi

regioni autonome

In questa situazione

politica a dir poco ingarbugliata, possibile azzardare alcune previsioni sui partiti in generale ai vari livelli dal nazionale al locale passando per il Piemonte e il Vco, tralasciando quella europea e internazionale che pure contano. A livello nazionale più che una previsione sarà una certezza di assoluta ingovernabilità con una situazione apparentemente tripolare ma nella realtà frammentata al massimo, dove la concorrenza spietata sarà più all’interno delle coalizioni che tra i raggruppamenti di comodo con l’unica eccezione del movimento 5 stelle, che non ha alleati durante il voto e dichiara che non avrà dopo. Molto probabile che si dovrà riandare al voto e si spera non molte altre volte, con gravi effetti sulla stabilità non solo economica del Paese. A livello Piemonte è molto probabile che i partiti si allineeranno sull’autonomia regionale, questione sulla quale la Lega in primis e il centro destra in generale si stanno muovendo dopo i referendum su tale tema del Veneto e della Lombardia. Lo scopo è gestire servizi aggiuntivi con il ristorno di alcune tasse che oggi sono incamerate dal centro. A livello locale di Vco la situazione è ulteriormente ingarbugliata giacché vige la regola del centralismo che è quella di obbedire agli ordini di partito soprattutto in prossimità del voto politico che è sempre infarcito di speranze di poltrone, “cadreghe” e “spuntini” da attribuire a prescindere dalle qualità. Difficile prevedere se ci sarà la conferma elettorale del deputato uscente mentre è probabile un successo della Lega magari con un rientro. Penso anche che moltissime ambizioni abortiranno nella ressa e che sia difficile che il sindaco di Domodossola abbia spazi. Ci sarà anche un allineamento alla scelta di Regione Autonoma che calerà da Torino pure dal Pd, anche per recuperare emorragie di voti in funzione sia delle politiche sia delle regionali. A livello locale (Vco), taluno, che era disponibile a portare avanti le firme per il referendum per il passaggio della provincia dal Piemonte alla Lombardia, si è già raffreddato sul tema causa probabili “consigli” ricevuti per aspettare l’esito delle elezioni politiche. Al di la di qualche mestatore, c’è da dire che il referendum regionale e quello provinciale non sono per niente in contrasto ed entrambi consentono al popolo di scegliere. A dispetto di tutti questi ostacoli, la raccolta firme per il referendum pro Lombardia procede con grande entusiasmo popolare e riguarda anche persone che hanno molta sfiducia della politica politicante e che rappresentano metà dell’elettorato se non di più, che movimenti e partiti non si pongono più il problema di recuperare. La speranza dei promotori originari che qualche partito o movimento faccia proprio quest’obiettivo credo che non abbia scarsa sostanza come già si evince da dichiarazioni non solo di esponenti regionali ma anche del Vco, salvo rare eccezioni individuali coraggiose ma oggettivamente smentiti dai vertici. Su tale questione, anche se credo sia molto difficile e improbabile, penso che tale risposta sia indispensabile se qualche supporter o esponente del comitato pro Lombardia, possa candidarsi alle politiche, auspicando che sia giovane.

Se ci fosse stata l’UOPA, della quale si festeggia il 40° il prossimo sabato sera al Corona di Domo, sono sicuro che avrebbe condivisa questa iniziativa allargando l’orizzonte all’intera provincia chiedendone anche l’autonomia vera con le risorse rubate al territorio a partire dai “bacini imbriferi”, ma anche d’essere federale perché assolutamente tripolare per orografia, storia, cultura e tradizioni.

Bernardino Gallo  -  12 dicembre 2017