La partecipazione popolare per la raccolta delle firme per la richiesta di passare dal Piemonte alla Lombardia è andata oltre la più rosea delle previsioni, con partecipazione prevalentemente spontanea da parte delle persone. Infatti, sono state abbondantemente superate le cinquemila firme necessarie per chiedere il referendum prima della festività di Natale, nonostante le procedure necessarie e l’assoluta serietà nella raccolta. Chi fa finta di non accorgersi di questo grande slancio di partecipazione diretta credo abbia mancanza di visione democratica, e resta ben allineato al centralismo dei partiti che accentrano e abbandonano periferie ed elettori. “Guai” a coloro che, pur avendo legittimamente un’opinione diversa, ostacoleranno il percorso di questo referendum richiesto con tanto entusiasmo dal Popolo. Tra l’altro l’autonomia del Piemonte va nella medesima direzione di chi ha promosso e firmato per il referendum per abbandonare il Piemonte. In entrambe le proposte si mira ad avere maggiori risorse per il territorio in generale e nella fattispecie per il VCO, da me definito in passato la periferia dell’impero, al quale le risorse continuano ad essere rubate, con gravissimi danni in vari settori tra cui il disastro della viabilità, la sofferenza nella sanità dovuta a tagli di personale. Personalmente mi aspetto un impegno a consentire l’espressione di una volontà popolare senza se e senza ma.
Sull’emergenza viabilità nella quale siamo precipitati visti le buche enormi che sembrano crateri e rappresentano un notevole pericolo, invito la provincia e i sindaci, a partire dai tre dei capoluoghi come capi fila, a farsi carico di un’iniziativa forte e unitaria, perché si affronti e si superi in pochissimi giorni anche con iniziative forti. Aggiungiamo la testardaggine della giunta regionale di insistere sull’ospedale unico su di una collina a mo del Boden a Ornavasso, con procedure che prevedono pesanti cambiali per le future generazioni, affosserebbero le volontà della popolazione che anche in passato si espresse chiaramente e che si dovrebbe ancora consultare avendo imposto la chiusura degli ospedali esistenti. Naturalmente non è solo la difesa dell’esistente a cui la popolazione è legata, oltre che della storia e che in Ossola il San Biagio ha oltre quattro secoli di vita. Sfido chiunque a garantire, con i mezzi ordinari e consueti, l’urgenza e l’emergenza, anche senza problemi di viabilità ottimale e non compromessa, con un solo presidio ospedaliero nei tempi previsti dalla buona sanità per patologie come infarto e ictus e con la distanza del secondo livello di riferimento che è Novara e, talvolta anche Alessandria. Il risultato sarebbe che in molti casi il paziente rischierebbe di rimanere andicappato o morire. In conclusione, gli obiettivi intermedi del referendum sono:
· Avere una vera provincia autonoma e federale con adeguate risorse derivanti dai canoni idrici. Sull’obiettivo federale, la strada è semplice, da qualche tempo suggerita inutilmente, è quella di avere uno statuto nel quale i tempi importanti abbiano una maggioranza qualificata che garantisca le singole realtà della provincia, Cusio, Ossola e Verbano.
· Sviluttapre la medicina territoriale che in passato era garantita dai distretti socio sanitari “smantellati” e mantenere i tre presidi ospedalieri con gli attuali indirizzi e con due DEA e un pronto soccorso nel CUSIO. Impostare l’organizzazione in modo tale da garantire la qualità, legata com’è noto a una cifra minima d’interventi per ogni singola attività sanitaria, cifra differente per ciascuna, mediante uno stretto collegamento con il secondo livello esattamente come fatto per emodinamica.
Respingiamo le deroghe come fatto a livello nazionale e internazionale per i parti, e non solo, per i quali mille sono il numero minimo per garantire la qualità nel “primo livello” mentre se ne consentono la metà (500). Come dire che nelle periferie non si garantisce la qualità nelle nascite!
Bernardino Gallo – 12 gennaio 2018