Con qualche colpo di teatro e forzature, i cosiddetti vincitori delle elezioni del 4 marzo, Lega e 5 Stelle, sono riusciti a far eleggere il Presidente della Camera e la presidente del Senato, in questa Camera son mancati 60 voti quasi certamente per notevoli mal di pancia all’interno di Forza Italia. Gli sconfitti, come Silvio, dominus di FI che ha ricevuto uno “schiaffo” con la bocciatura del suo fido Romani e soprattutto per quel che tale candidatura rappresentava in termini di un siluro a degli accordi tra Lega e 5 Stelle; così come il PD, totalmente imbalsamato e ininfluente a causa della camicia di forza renziana. Nel PD si notano molti mal di pancia ma non c’è ancora nessuna crepa che prima o poi arriverà e si intuisce che sia imminente, nonostante le nomine di fedeli dell’ex segretario nel partito e nelle due camere. Per me il declino morale e politico del PD era “in nuce” già con la famosa carica dei 101 con la quale i 101 franchi tiratori PD trombarono Prodi e prorogarono Napolitano con tutti i vari inciuci alla renzusconi che tali operazioni prospettarono. Torniamo al 4 marzo 2018 ove i principali attori positivi di questo risultato, Salvini e Di Maio, negano che vi sia un legame tra queste convergenze sulle due presidenze e sulle imminenti successive nomine istituzionali e il nodo gordiano del Governo. La domanda che sorge spontanea è se si metteranno d’accordo anche sulla sua nascita? Penso che un accordo diretto per un governo di lunga lena tra Lega e 5 Stelle sia deleterio per entrambi, quindi la mia risposta è no, tanto più che l’anno venturo vi sono le elezioni europee e quelle di oltre 60 enti locali, situazione che obbliga ad essere avversari. Non converrebbe a Salvini che ha la prospettiva di prosciugare i voti di Forza Italia e congelare Silvio nonostante la sua potenza mediatica ed economica di fuoco per puntare ad essere il leader di un centro destra al cui comando c’è lui e la Lega. Non conviene a Di Maio e ai 5 Stelle in quanto hanno la possibilità di aumentare i loro voti a discapito del PD in misura ancora maggiore rispetto al 4 marzo. In sostanza, se non faranno errori, potrebbero delineare un bipolarismo di prospettiva prossimo futuro ove giocarsi le carte per vincere le elezioni e governare il Paese. Scartata l’ipotesi di un governo Lega – 5 Stelle vi sono molte altre possibilità ma difficili da perseguire se i “vincitori”, non voglio suicidarsi. Non restano, a mio modesto parere, che una sola ipotesi probabile come un governo del Centro Destra con la benevola astensione del 5 Stelle e con obiettivi minimi condivisi che non scontentino il proprio elettorato oltre all’integrazione del premio di maggioranza nell’attuale legge elettorale. Salvini e Di Maio, insieme potrebbero fare un pressing nei confronti dell’Europa ma non credo con risultati soddisfacenti. Naturalmente con questo governo non sarà possibile mettere veramente mano alla Flat Tax e nemmeno al Reddito di cittadinanza, ma si potranno realizzare solo pannicelli caldi su tali questioni in attesa di tempi migliori soprattutto in termini politici. Qualcosa sulla questione immigrazione incontrollata sarebbe da fare. Oggettivamente ci vorrebbe la sibilla di Cuma o ancor più la pizia di Delpho, magari ripiegando sul responso al soldato che doveva andare in guerra, classica risposta “sibillina”. Responso che era positivo o negativo spostando la virgola prima o dopo il non, ricordate: ibis, redibis non morieris in bello.
Bernardino Gallo – 26 marzo 2018