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necrologi

vco cartina baricentro

L’ospedale UNICUM, quello collinare di Ornavasso e da alcuni, absit iniuria verbis, venerato come la Madonna del Boden, è ritornato all’attenzione del sedicente comitato della salute per criticare l’esternazione di un gruppetto di sindaci del centro destra, uniti ma in ordine sparso, che hanno adombrato qualche velata critica sulla collocazione ma senza entrare troppo nel merito poiché una compagine non omogenea e con idee non molto simili tra loro. Del resto tra loro ve n’è uno che un giorno ha firmato un documento e il giorno dopo l’ha criticato ma senza ritirare la firma mentre in precedenza sfilava con la fascia, come tutti altri sindaci ossolani, alle tre grandi manifestazioni in difesa del San Biagio. Tutto questo prima che per tornaconto politico personale, si operasse per spaccare politicamente l’Ossola in due.

In sostanza facevano intravedere senza nominarlo il progetto di ospedale a Piedimulera il cui progetto è del grandissimo architetto Renzo Piano e con come consulente il compianto prof. Umberto Veronesi. Per la cronaca oltre al costo del progetto, erano state fatte anche le modifiche al piano regolatore e comprati i terreni che si trovavano a poca distanza dall’uscita della superstrada. Il comitato si accorge che l’UNICUM è traballante e vi è il pericolo che “salti tutto”.

Si tenga conto che le forze politiche, che con altissima probabilità scalzeranno il PD al comando della regione Piemonte, hanno bocciato l’Unicum di Ornavasso: particolarmente la Lega nel frattempo principale partito del centro destra e il Movimento 5 Stelle che su tale tema è entrato maggiormente nel merito in tutti gli aspetti con particolare riferimento al metodo fermamente condannato come sentenziato dalla Corte dei Conti del Veneto. In effetti, è un’abdicazione del pubblico al privato al quale si firmano costose cambiali per i prossimi decenni. Altro elemento da tenere in considerazione che è contrario all’UNICUM, è la forte affluenza dei cittadini per la raccolta firme per il referendum di passaggio alla Lombardia.

A chi ha memoria corta, rammento le innumerevoli eccellenze magnificate dalla dirigenza ASL Vco per il Castelli e il San Biagio a partire dalle sale operatorie ma anche altri servizi e strutture. Tutte cose vere tra l’altro e in questi giorni sono stati annunciati altri finanziamenti e interventi in entrambi i presidi; ritengo che per il San Biagio sarebbe opportuno completare con ulteriori miglioramenti nella parte storica, (corpo a H), ove si sono già risanati in gran parte sia i reparti di degenza e gli ampi corridoi di attesa anche con contro soffittature.

Io farò, oltre a quel che ho già fatto da anni per la difesa degli ospedali Castelli, San Biagio e Madonna del Popolo, tutto il possibile affinché salti l’Unicum e si organizzi la sanità nelle periferie a misura delle esigenze delle persone. Non mi preoccupano i voltagabbana che hanno cambiato opinione nonostante impegni solenni presi in passato anche alla presenza di partecipate manifestazioni popolari essendo consapevole, immodestamente come esperto e non come politico, che nelle periferie occorre realizzare due cose importanti e che le cosiddette eccellenze non possono essere nel nostro primo livello ma nel secondo.

  1. Occorre organizzare l’urgenza e l’emergenza in modo tale che s’intervenga nel limite temporale di un’ora come previsto da tutti i protocolli e dalle organizzazioni sanitarie. Ripeto la sfida di avanzare una proposta con una sola struttura ospedaliera nel VCO in cui concentrare tale servizio. Sostengo che sia sostanzialmente quasi impossibile anche con le strade del VCO sognando che siano perfettamente “manotenute” ma anche in assenza di intemperie. Purtroppo sappiamo benissimo che siamo allo sfascio generale per la viabilità e che, anche con improbabili disponibilità di risorse economiche che non ci sono, ci vorrebbero moltissimi anni. Nel frattempo per garantire urgenza ed emergenza con questo sfascio di viabilità occorrerebbero almeno 4 ipotetici ospedali muniti di DEA e pronto soccorso, (2 + 2).

  2. Necessita anche garantire la qualità dei servizi sanitari secondo gli standard qualitativi, strutturali e tecnologici negli ospedali, senza chiudere quelli nelle periferie soprattutto montane. Salvo abbandonare a se stesse le popolazioni montane e implementarne lo spopolamento e il degrado che si scaricherà comunque sulle pianure, in assenza di numeri adeguati la strada indicata è una sola: attivare una stretta collaborazione e integrazione tra il primo e il secondo livello degli ospedali, esattamente come si è fatto per l’emodinamica aperta al San Biagio. Questo tipo di organizzazione è ancor più indispensabile nella nostra realtà in considerazione della distanza con il presidio ospedaliero di Novara ubicato in posizione per niente baricentrica rispetto alle due provincie di Novara e VCO.

Invito a smetterla di spostare il baricentro del VCO sulla circonferenza, magari inventandosi quello concernente la popolazione, che nemmeno è realistico e che nasconde che la popolazione della parte meridionale della provincia del VCO, se costretta, ha altre possibilità nelle vicinanze sia in Piemonte sia in Lombardia.

Nella nostra ASL Vco il peso della sanità privata convenzionata è del 70% non considerando la struttura “neutra” della Madonna del Popolo che è sostanzialmente neutra essendo circa metà pubblica e per l’altra metà privata.

Già oggi le strutture private caricano sui DEA esistenti l’assenza di supporti adeguati in giorni festivi e orari notturni, nelle loro strutture anche perché troppo costosi.

La proposta percorribile e adeguata agli utenti del VCO residenti o turisti che siano. Si faccia una convenzione pubblica – privata per la gestione dell’ospedale Castelli, simile a quella fatta al Madonna del popolo, ma comprendente tutti i servizi esistenti, DEA compreso e si faccia del San Biagio l’ospedale totalmente pubblico.

I privati si attiveranno con maggiore fortuna per recuperare utenze esterne azzerando la mobilità passiva e invertendola notevolmente se anche le strutture di secondo livello del Piemonte, a partire da quella di Novara, diventassero più accessibili.

Bernardino Gallo - 5 aprile 2018