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necrologi

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La Val Bognanco è un plastico esempio della periferia estrema, soprattutto montana, che si spopola e degrada. Nel Vco e in Ossola è la valle che più di altre è arretrata sotto molteplici punti di vista. A giugno si rivota a Bognanco dopo lo psicodramma delle dimissioni del sindaco e la mozione di sfiducia della minoranza rinforzata da due ex “massimi” esponenti della maggioranza con varie sceneggiate in consiglio e sul web accompagnate da alcune vignette di pessimo gusto.

Ridiscende in campo Mauro Valentini con lunga esperienza di sindaco di Bognanco e pare vi sia anche una seconda lista. Parrebbe che l’ex sindaco Mancini non si presenterebbe ed io considero che sia cosa positiva a condizione che tutti gli “attori” della disciolta amministrazione non si ripresentassero; è un mio auspicio per l’interesse dei cittadini della valle e dei suoi frequentatori che sono ancora tanti, ma credo che non si avvererà totalmente ma spero che gli elettori non abbiano memoria corta per tirarne le conseguenze. Devo premettere che il mio interesse per la valle è solo per la frequentazione da 10 lustri e ho ancora un recapito telefonico riscontrabile oltre che una notevole esperienza di amministratore e tecnico con risultati che evito di elencare e per i quali occorrerebbe un libro che mi hanno consentito di fornire un percorso amministrativo al precedente sindaco e vice sindaco che, all’inizio, mi volevano in giunta ed io rifiutai senza far mancare indicazioni. Al di la di queste quisquilie la domanda che pongo a me stesso e a loro è se questi aspiranti sindaci e amministratori pensano di risolvere i problemi della valle solo una buona ordinaria amministrazione non avendo piena consapevolezza delle problematiche che hanno colpito la valle, che ancora permangono per affrontare le quali sarebbero necessari approcci straordinari. Se non hanno questa consapevolezza, la mia risposta secca e assoluta è: solo con l’ordinaria amministrazione e in continuità con le precedenti amministrazioni, la valle continuerebbe a regredire spopolandosi ulteriormente. Auspico che lo scopo non sia solo la carica e, magari l’indennità. Da decenni la valle vive una crisi profonda, anche se ha un numero notevole di seconde case abbastanza frequentate. L’attività principale del passato, quella delle terme che nel frattempo ha assunto connotato differente e molto più avanzati e ricchi d’integrazione nel Paese, non si è ammodernata con investimenti che potessero migliorare gli ambienti e aumentare i servizi per consentire un’affluenza di utenti e reggere la concorrenza in Ossola dalle terme di Premia che sta ottenendo ottimi risultati. Si tenga conto che la valle, oltre a non avere altre attività commerciali e industriali di peso, è priva di servizi: grave è l’assenza del gas metano e credo sia l’unica valle dell’Ossola. Il metano avrebbe alleggerito notevolmente i costi di tante attività a partire dalle terme e relativa piscina oltre che per gli alberghi della valle costretti a usare il costosissimo GPL o l’inquinante gasolio anch’esso più costoso del metano. Accenno in modo molto stringato ad alcune questioni che vanno ben oltre la normale gestione comunale. Nel recente passato si sono svendute, senza ricaduta positiva sugli abitanti, alcune concessioni per la costruzione di centraline idroelettriche. Manca una politica di utilizzo massimizzato di notevoli patrimoni come i pascoli e i boschi montani sia per la pastorizia e la zootecnia per le quali manca anche un caseificio, oppure il taglio programmato del legno con relativa vendita, o anche l’utilizzo delle biomasse per produrre energia termica ed elettrica con una struttura da collocare in area strategica come a Bognanco Terme. Ovvio che occorrerebbe svolgere un ruolo importante in enti come l’associazione dei Comuni nell’ambito della quale si doveva pretendere i fondi europei per le zone depresse. Parrebbe che, per colpa anche dell’amministrazione precedente e per la logica spartitoria dell’Unione tra i comuni con amministrazione in sintonia di chi “comanda”, non si sia cavato un ragno dal buco nonostante i requisiti molto evidenti di Bognanco come valle ultra depressa. Se il contributo fosse insignificante o pari allo zero, la mia opinione è che si dovrebbe abbandonare l’unione come ha fatto, con qualche incoerenza in considerazione del suo peso, il comune di Domodossola, poiché non ha senso restare in un’associazione che non ha riconosciuto diritti legittimi della Val Bognanco e con la quale, senza Domodossola, non è nemmeno in continuità viaria e di contiguità territoriale. Altre questioni da pretendere dalla Provincia per la quale bisogna battersi perché abbia risorse concrete necessarie e dovute al territorio in misura considerevole per i canoni idrici, dai quali pretendere che stanzi fondi adeguati per la strada che rappresenta l’unico accesso a Bognanco e alle sue frazioni. Occorre dialogare con la ditta che ha acquistato l’albergo hotel Milano e Fonti, vendita positiva per le ricadute immediate sulla comunità di lavori e attività, onde conoscerne gli investimenti presenti e futuri che, a mio modesto avviso, potrebbero riguardare anche le terme. Sapere cosa faranno e di cosa il comune può fare nell’interesse della valle. Allertare l’amministrazione per le future possibilità della legge per i piccoli comuni 158/217. Battersi anche contro l’ospedale unico che oltre a rendere difficoltose le cure dei cittadini soprattutto in caso di emergenza, allontana strutture importanti dalle periferie con cadute negative sulle attività produttive e sui valori delle case e non solo. La valle ha come residenti, formalmente dai dati ISTAT 2017, solo 206 dei quali circa la metà all’estero. Abitanti nostalgici di un passato florido quando le terme erano frequentate da migliaia di persone e molti abituati a guardare il passato come gli indovini nell’inferno di Dante, restando chiusi a prospettive di un futuro diverso ma di nuovo prospero. In Ossola, mentre a Bognanco hanno latitato grandi investimenti di ammodernamento per le terme, altri ne hanno fatti con adeguate risorse conseguendo presenze di utenti molto importanti. Gli abitanti sono restati chiusi nella loro singola realtà di frazione senza avere una visione solidale e comune nemmeno tra di loro, con una notevole eccezione come il volontariato del soccorso alpino. Da anni tutti i sindaci non sono nemmeno residenti come gran parte degli amministratori. In conclusione, da qualche tempo penso che gran parte del Vco, però in assoluto Bognanco, abbia bisogno non solo di una decente amministrazione, ma più che straordinaria e che in primis arresti il declino e lo spopolamento e inizi a invertire tale tendenza operando a trecentosessanta gradi per attirare investimenti per attività che abbiano una ricaduta economica sulla valle. Auspico che queste note, dettate dal pessimismo della ragione e dell’esperienza, siano miracolosamente contraddette dall’ottimismo del cuore, altrimenti la prospettiva resta quella di aggregarsi a Domodossola. Su questo aspetto avevo dato indicazioni ben precise e ancora valide per tutelare gli abitanti e i proprietari della val Bognanco, in previsione di un accorpamento calato dall’alto.

24 aprile 2018 - Bernardino Gallo

Disastroso andamento demografico di Bognanco che continua in modo catastrofico

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