Il tempo scorre inesorabile e restiamo senza governo indispensabile per evitare altri aggravi per il nostro Paese come l’aumento dell’IVA al 25% che sarebbe esiziale per la nostra traballante economia, e la partecipazione a decisioni in Europa con un ruolo adeguato all’Italia da cui non è possibile prescindere perché è stato uno dei tre paesi fondatori più importanti.
Ricordiamo che l’anno prossimo vi saranno le elezioni europee il cui risultato potrà influire su come aggiornare o modificare i trattati, alcune dei quali stanno molto stretti al nostro Paese. Terminerà anche la presidenza di Mario Draghi presidente della BCE la cui azione ha tenuto sotto controllo i costi del nostro notevole debito pubblico mantenendo molto bassi i tassi d’interesse dei nostri titoli di stato.
Pensando alla commedia dell’arte che è un tratto molto importante della nostra cultura, è facile capire che è molto complicato mettere d’accordo Meneghino con Pulcinella rispettivamente personaggi di Milano e di Napoli.
Dopo più di due mesi e mezzo vi sono incontri per “trovare la quadra” sui programmi elettorali, problema molto difficile perché siamo alla presenza di problematiche molto diverse e che, per gran parte, abbiano bisogno di notevoli risorse economiche per essere attuate.
Basti pensare alla "flat tax" e al reddito di cittadinanza, ma anche all’individuazione del presidente del consiglio che non può essere un Arlecchino come detta la nostra Costituzione e ci rammenta il presidente della repubblica Mattarella.
L’individuazione di un presidente del consiglio è prioritaria anche rispetto al programma perché resta il soggetto centrale per e tradurlo veramente in un programma di governo e formare la squadra rammentando che siamo una repubblica parlamentare e senatori e deputati dovranno dare la fiducia al governo e alle linee programmatiche con il loro voto. Certamente la base di riferimento devono essere i programmi dei partiti di maggioranza senza essere le tavole della legge altrimenti, per assurdo, tanto varrebbe eliminare il Parlamento.
In questa vicenda non mi convince Salvini che, pur essendo il premier di una coalizione con il maggior numero di voti e parlamentari, vada avanti da solo mettendosi in oggettiva minoranza alla Camera e al Senato ove i 5 stelle hanno un peso più del doppio della Lega.
Il minimo è che porti al Governo anche Fratelli d’Italia.
Con tutte queste scadenze e tante altre ancora, possiamo permetterci, senza offesa, ancora il governo Gentiloni?
La risposta e assolutamente NO, e il mio auspicio è che escano dalle sabbie mobili in quanto hanno il dovere di dimostrare agli elettori che li hanno votati se sono in grado di mantenere, almeno in parte, gli impegni per i quali sono stati votati.
Penso che se non si troverà un accordo, il Presidente della Repubblica imporrà un governo, anche se non avrà la fiducia, per affrontare le emergenze e per ritornare alle urne entro il 2019.
Bernardino Gallo -15 maggio 2018