La domanda è quando finirà questa permanente campagna elettorale poiché adesso abbiamo un corposo giro amministrativo e l’anno prossimo avremo le elezioni europee. Per adesso la confusione regna sovrana come si evince anche solo dalla lettura di giornali con una pluralità eccessiva di posizioni e d’illustrazione della situazione economica e sociale del nostro Paese. Fino a quando si faranno solo annunci e non fatti che rischiano che non si riusciranno a vedere nemmeno con il cannocchiale se non si trovano le risorse? Teniamo conto che secondo quelli più ottimisti, il famoso “contratto” prevederebbe un rapporto tra entrate e spese di uno a duecentoquaranta se non molto di più e si sa che “senza soldi non si cantano nemmeno le messe”.
Sia chiaro che non ho nessuna intenzione di non prendere atto che nelle elezioni di marzo vi sono stati due soggetti vincitori ma anche altrettanti pesantemente sconfitti. Il primo, in modo più che evidente, è il PD di Renzi ma anche del reggente Martina che non regge niente e canta la messa funebre, il secondo è Silvio e la sua Forza Italia, oggi confusa nella vittoria dell’alleanza di Centro Destra ma che, salvo miracolo, inevitabilmente sarà inesistente in un prossimo futuro.
Qualunque nuova fumisteria si metterà in atto per nascondere i problemi, ed è pacifico che molti siano alle porte e pure ineludibili, come i tavoli di crisi di aziende nel ministero competente, la questione Alitalia e quella gigantesca dell’Ilva.
Saranno la prima cartina di tornasole per questo governo mentre altre questioni potranno essere affrontate nel lungo periodo come la crisi industriale e occupazionale giovanile del sud, la necessità d’infrastrutture da completare e rivendicate dalle imprese del nord, la burocrazia che mette le catene alle imprese e ha anche un costo aggiuntivo che sottrae tempo e risorse alla produzione, tutte questioni complicate, ma non come il tema immigrazione, e su tale questione l’Onu prevede che sia necessario per l’Europa un arrivo di 30 milioni di migranti lavoratori entro il 2030.
La questione delle Periferie risollevata da papa Francesco è totalmente assente dalla campagna elettorale di tutte le forze politiche italiane e non solo, ma anche dal “contratto”. Intendiamoci periferie del modo, delle città, del territorio in generale con particolare riguardo alle aree di confine e montane come l’Ossola e il VCO. Rispetto alla nostra realtà faccio le seguenti domande: “Multare salatamente le eiezioni umane rendono più vivibili le nostre contrade? Le incentivazioni delle multe da parte delle polizie municipali intaccano e fanno arretrare la non sicurezza della circolazione sulle nostre strade o fanno solo cassa e propaganda? E mi fermo qui”.
Io temo l’aumento dell’Iva che un ministro in carica apprezzerebbe per realizzare in parte il reddito di cittadinanza. Pensate che gli imprenditori del nord siano favorevoli a essere tassati per solidarietà dei disoccupati del sud? Tempeste sono in arrivo come Trump e i suoi dazi, la brexit che preoccupa la Mai e la Gran Bretagna mentre non è escluso l’arrivo di una nuova grande crisi e lo scoppio di una bolla speculativa con i bit coin.
Cosa fare? Parlare molto meno, non aggiungere altre promesse e fare, fare e fare senza strafare con il coinvolgimento dei soggetti interessati.
Bernardino Gallo - 5 giugno 2018