La situazione politica ed economica italiana sta tutta nella differenza tra sforiamo o sfioriamo, quest’ultimo usato da Salvini, vice premier e ministro degli interni, per ammorbidire la sua precedente dichiarazione di sforare andare cioè oltre il 3% del rapporto debito – PIL, (prodotto interno lordo), che è un impegno che abbiamo preso con l’Europa a causa soprattutto dell’enorme debito che l’Italia ha, con tale mossa facendo intendere fosse un refuso. Sfiorare ha molteplici significati come possiamo verificare dal vocabolario Treccani. Personalmente auspico che sia toccare appena, rasentare il 3% e non sia, invece, portare via il fiore o i fiori, spogliare dei fiori o togliere il fiore, cioè la parte più pregiata, perché il nostro Paese, dal punto di vista economico e politico, ne ha pochi di fiori e non s’intravedono primavere all’orizzonte. Consoliamoci perché siamo circondati di questioni certamente più gravi. Viviamo in un’epoca inedita e difficile per molte problematiche tra le quali quello più pesante è lo stravolgimento climatico che come umani stiamo provocando con cambiamenti climatici legati alla maggiore energia condita di schifezze varie, che abbiamo immesso e continuiamo a immettere e che sta causando cataclismi sempre più deleteri, crescenti e ravvicinati nel tempo. Purtroppo il cambiamento radicale non è solo nel clima ma anche nelle strategie dei governi e delle società nei vari continenti e nei singoli paesi. Ciascuno si muove in una logica egoistica per il proprio stretto interesse contro quello degli altri paesi e, in questa logica, le super potenze come Cina, USA, India, Russia, si muovono in una logica d’inedito imperialismo nei confronti dei paesi spinti nella povertà anche se ricchi di risorse delle quali impossessarsi accompagnata da una vera e propria guerra economica contro gli altri. Dal mio punto di vista l’esempio più evidente è la guerra economica e non solo contro l’unione europea portata avanti dal presidente USA e in modo più subdolo dagli altri. Un’Europa ancora più divisa di oggi farebbe dei suoi vari paesi a partire da quelli più deboli, un boccone facile, e non solo dal punto di vista dell’economia. Uno dei segnali più preoccupanti per noi è la strategia in Libia della Francia che anche con Macron, a parole europeista, sta portando avanti pro domo sua e contro gli interessi italiani. Registriamo ad analoga politica neo imperialista in altri paesi dell’Africa. L’Europa tace come tacciono anche i singoli paesi a partire dalla Germania. Per questo motivo penso che chi lavori per frantumare ancora di più l’Europa non faccia gli interessi del proprio Paese ma analogamente chi si richiama alla stessa e magari agli stati Uniti d’Europa, senza coerenza alcuna pensando di fare solo gli “affari suoi”. Da noi molti elettori del PD rincorrendo una domanda di obiettivi di sinistra traditi hanno pensato di spingersi sempre più a sinistra ma, come su una circonferenza, si sono trovati fortemente a destra politicamente e nelle idee generali, al di la delle chiacchiere e delle foglie di Fico. Io penso che occorra aria nuovissima e il PD e i corpuscoli della sinistra non hanno prospettive forse nemmeno cambiando il nome.
Nemmeno la Lega cambierà nome per sfuggire alla sentenza dei soldi abusivamente incassati e fatti sparire anche se non restituirà alcunché nulla scegliendo il non rispetto delle regole e sulla prepotenza. Nel frattempo tanti saltano sul carro del vincitore o presunto tale anche se le dinamiche sono talmente fluide che il carro potrebbe sparire in tempi molto celeri rispetto alle dinamiche del passato. Un clima di andare con i vincitori favorito anche dalla regola di castigare chi non si piega, piazzare nei posti di comando i fedelissimi, anche se inadeguati, utilizzando e organizzando il mito di "social", dei gazebo e delle feste rosse, verdi o gialle, ove i fumi delle costine e dei salami annebbia la realtà o la deformano. Nel recente passato vi erano certamente individui ma questi erano sempre legati e organizzati in gruppi concreti, e segmenti reali della società che, come tali, esprimevano esigenze comuni, quindi, una domanda politica da confrontare con altre e determinare un percorso. L’auspicio è che, in funzione dell’appuntamento delle elezioni europee del 2019, emergano linee nuove e novità che superi il prevalere di tifosi ciechi, sordi e spesso ottusi, che sovente blaterano tentando di eliminare chi non la pensa come loro. Costoro non li considerano avversari con i quali anche scontrarsi e battersi democraticamente, ma li declassano a nemici da eliminare. Siamo a una svolta e senza novità positive, con le necessarie differenze tra le forze in campo, ma anche molti valori comuni, l’Italia e gli italiani, saranno sempre più ultimi, altro che primi!
Bernardino Gallo - 5 settembre 2018