Nessuna intenzione di confondere due vicende molto differenti, una tragica come quella a Roma della ragazza Desirè, drogata, abusata e assassinata e la nostra relativa al post voto del referendum per il passaggio alla Lombardia della provincia del Verbano, Cusio e Ossola, però entrambi hanno fatto riscoprire la parola “periferia” a molti che l’avevano dimenticata e abbandonata da molto tempo.
In genere ne parlano, senza alcun pentimento o “mea culpa” chi è tra i responsabili di chi le periferie le hanno trascurate se non abbandonate, periferie sia urbane sia di territori come le zone marginali, di confine, di montagna o isole che siano. Nelle periferie della città, soprattutto metropolitane, delinquenti di ogni risma e di ogni colore scorazzano indisturbati nel commettere atti criminosi di varia natura a partire dallo spaccio di droga fino a torturare, drogare, stuprare e assassinare una giovanissima ragazza inerme. Per combattere questo degrado occorre non solo la necessaria presenza delle forze dell’ordine per stroncare tale criminalità, ma anche attenzione e risorse adeguate a combattere il degrado e avviare un recupero economico e civile. Dalle noi, nella nostra provincia del VCO e soprattutto in Ossola, il degrado si vede da altri fenomeni come la presenza, sempre più frequente nelle aree urbane, di animali selvatici dai cervi a gruppi di cinghiali, anche a Domodossola.
Sono la conseguenza dell’abbandono della montagna e dello spopolamento dei paesi montani, come argutamente taluni hanno sostenuto. L’abbandono progressivo del nostro territorio montano, per estensione e importanza soprattutto dell’Ossola, è questione denunciata dallo scrivente da qualche lustro nello stesso tempo, si sottraevano non solo ricchezze come l’energia idroelettrica senza relativa compensazione, ma anche innumerevoli servizi ai cittadini tutti importanti e, spesso, fondamentali per i cittadini. La conseguenza è stata, è e sarà lo spopolamento della montagna che si contrasta solo con attività produttive diffuse e l’erogazione di servizi di base a partire da quelli socio sanitari. In sostanza la presenza del San Biagio in Ossola è fondamentale, non solo per gli aspetti sanitari e la garanzia di essere in grado di assicurare l’urgenza e l’emergenza nei tempi canonici per salvare le persone, ma lo è anche per il benessere anche economico della gente. Si pensi al valore dei fabbricati, di tutta l’Ossola e soprattutto di Domodossola, Crevoladossola e dintorni, che si dimezzerebbero con la chiusura e la svendita dell’ospedale. Tutti coloro che sono stati responsabili o corresponsabili della spoliazione e dell’abbandono di quella che io da anni avevo definito “La periferia dell’Impero”, hanno scoperto la periferia e la necessità di salvaguardarla. Visti i precedenti non sono per niente credibili e le loro sono solo chiacchiere al vento. La via di uscita sarà quella che su tale questione si aggreghino e scendano in campo tutti i soggetti sensibili su questo e si attivino per iniziative e progetti a trecentosessanta gradi da costruire, come del resto aveva indicato il vescovo di Novara e VCO, mons. Brambilla, e che aveva poi abbandonato perché i vari soggetti con particolare riferimento a sindaci e amministratori, non erano molto interessati e nemmeno credibili, salvo rare eccezioni. Chi è interessato a un simile percorso si faccia avanti, ci si aggreghi e ci si batta con determinazione e onore, perché non vi sono altre strade che creare un nuovo gruppo dirigente nei punti strategici a partire dalle istituzioni.
Bernardino Gallo - 26 ottobre 2018