1

necrologi

Schermata 2020 03 06 alle 10.33.15

VCO-06-03-2020- Il nostro Paese ha come obiettivo

prioritario quello sanitario che consiste nell’arrestare la diffusione del corona virus, alias covid-19, rispettando tutte le indicazioni e i provvedimenti che ci arrivano dal governo centrale e da quello del Piemonte maturati nelle riunioni Stato Regioni la cui essenza principale è la limitazione della socialità a tutti i livelli e l’organizzazione sanitaria in grado di affrontare l’emergenza oltre che potenziare le terapie intensive almeno raddoppiandole. Purtroppo pesano notevolmente le precedenti scelte di tagli di risorse e di operatori sanitari che hanno notevolmente indebolito tale settore e che impongono un’inversione di tendenza oltre che una radicale diversa organizzazione. A livello generale, come da me sostenuto da moltissimo tempo, occorrerebbe un nuovo modello organizzativo fatto d’integrazione e collaborazione orizzontale e verticale delle strutture ospedaliere di primo e secondo livello oltre che integrazione con i servizi territoriale e di base, abbandonando la deleteria organizzazione ultracentralistica che ha fiaccato la sanità in generale a partire dalle periferie. Nella nostra realtà è da criminali appoggiare la costruzione dell’ospedale unico con tempi e costi esorbitanti, anziché migliorare quelli esistenti con notevoli minori risorse e destinare i risparmi per incrementare il personale e le strutture specialistiche a partire dalle terapie intensive e reparti di malattie infettive. Ospedali riuniti tra loro e in dialogo stretto con le altre strutture territoriali e non solo. A livello locale occorrono ulteriori interventi, in aggiunta alle nuove strutture con le tende o prefabbricati davanti ai DEA e pronti soccorsi per evitare che vi arrivino utenti infettati dal covid-19. Tali interventi devono limitare gli accessi e soprattutto impedire eccessive presenze nei locali e nelle “attese” per accedere ai vari servizi ambulatoriali. Non è più tollerabile, ad esempio, il bivacco nel corridoio al piano rialzato del corpo ad H dell’ospedale San Biagio e in altri locali di attesa, sintomo di una diffusa disorganizzazione. Però anche alcuni settori ben organizzati per il passato hanno bisogno di un diverso modello organizzativo che limiti drasticamente l’assembramento di persone come ad esempio nel laboratorio analisi molto ben organizzato per il passato ma pericoloso nella situazione attuale. A mio avviso occorre un afflusso limitato e governato in modo tale da tenere i pazienti in attesa alla distanza suggerita di un metro e mezzo e invitare i medici di base a limitare la richiesta di esami solo quando siano urgenti e necessari. Massima attenzione nei confronti del personale per evitare che s’infettino e segnalare l’esigenza assoluta di maggiori operatori sia nuovi, sia recuperando anche alcune figure andare di recente in pensione. Occorre esprime il nostro massimo apprezzamento nei confronti degli operatori sanitari tutti, (Medici, infermieri, tecnici, OS, impiegati), per i risultati ottenuti nonostante le gravi carenze di organico e, talvolta di attrezzature. Naturalmente non vi è solo il notevole impatto relativo sulle strutture sanitarie ma anche su quello sociale ed economico a livello generale e anche locale con le sue peculiarità. Faccio solo un accenno a due settori come quello dei frontalieri e dei mercati come quello di Domodossola andato deserto sabato scorso dagli svizzeri. La ricaduta di questi due settori sul VCO è di grande impatto e la loro difficoltà si tramuterà in un impatto molto pesante e deleterio per il nostro territorio. Gli amministratori di ogni livello a partire dai sindaci si attivino e siano più sveli di quanto siano stati nel bloccare i vari carnevale. Un mio modestissimo appello perché vi sia un’unità d’intento a tutti i livelli e una diffusa consapevolezza da parte dei cittadini.                                         

Bernardino Gallo