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necrologi

ospedale domo entrata

VCO-10-02-2020-Non sprechiamo soldi

che non ci sono e utilizziamo le risorse per migliorare, con molta meno spesa, l’esistente e utilizzare il resto per attrezzature e personale.

Da troppo tempo in Italia si fanno una politica neocentralistica in tutti i campi e i settori che trascura il sud e tutte le periferie del Paese. La sanità non ha fatto eccezione seppure contrastata e in gran parte vinta dal sottoscritto per quanto riguarda la sanità nel VCI e nell’Ossola che definii in un documento di sei anni or sono, un appello a Chiamparino come la "periferia delle periferie". Lui come tutto il PD ha ignorato quest’appello tradendo le periferie urbane e del Paese, pagandone lo scotto. Nel frattempo perderemo anche la polstrada. Ancora oggi perseguono questa strada sulla sanità e l’ospedale ed è facile prevedere che e ne pagheranno lo scotto. In un decennio riuscii a far passare l’allora sanità Ossolana, da ultima del Piemonte alla seconda dopo Novara e Borgomanero nella vecchia provincia di Novara. Ritengo che per esprimere pareri e fare proposte adeguate in tutti i vari settori, occorre aderire a questa scelta strategica non solo per motivi di giustizia ma anche per rispetto all’ambiente. Per quanto riguarda la sanità, la logica centralista portata avanti in termini esasperati in questi ultimi anni e ancora vigente, renderebbe vetusto anche un nuovo ospedale giacché il moltiplicarsi delle specialità che ha generato il centralismo esasperato e la necessità di avere utenze sempre più numerose, renderebbe questa nuova struttura inadeguata perché con questa logica occorre garantire la qualità con i numeri d’interventi.

Dovrebbe anche farci molto incavolare chi delle strutture deputate alla difesa della montagna ne hanno fatto un uso spregiudicato “pro domo propria” anche con dei benefit come l’auto di servizio su cui i giornalisti non sono riusciti a far luce o avere risposte; inoltre ha spaccato in due l’Ossola affossando l’Ossola Superiore. Potrebbe informarci adesso anche se in ritardo.

Come ho continuato a scrivere da qualche anno, le tecnologie consentono oggi un decentramento di qualità anche nelle estreme periferie con apparecchiature straordinarie che consentono di valutare e intervenire con estrema qualità sia in periferia sia dal personale in servizio in sedi decentrate sia da chi è ultra qualificato intervenendo da strutture centrali e lontanissime dalle periferie.

Anche con questa logica avevo proposto, inascoltato, un modello innovativo da me definito rivoluzione copernicana è quello di mettere in stretta integrazione e collaborazione gli operatori di primo e secondo livello, cioè periferia e centri metropolitani: da noi le strutture di Domodossola, Verbania e Omegna operanti con Novara, Alessandria e Torino.

Altra questione importante ma trascurata è che l’urgenza e l’emergenza nel VCO non possono assolutamente essere garantite da un unico ospedale, nemmeno con costi e strutture straordinarie come ambulanze super attrezzate, dotate di personale medico e infermieristico, distribuite abbondantemente in posizioni strategiche. L’urgenza e l’emergenza si possono garantire anche nelle valli solo dai tre ospedali che dovranno fare squadra.

Nonostante queste evidenti considerazioni la quasi totalità di chi interviene su questi temi lo fa guardando solo al passato, condannati come gli indovini nell’infermo dantesco che hanno la testa rivolta alle loro spalle.

Credo anche che sia peggiore nel senso che si fanno molto spesso valutazioni legate a ordini gerarchici o a motivazioni di convenienza politico-amministrative, di parte e campanilistiche. Soprattutto per queste considerazioni sono contrario sia all’ospedale unico per tutto il VCO, come all’ospedale nuovo nel campo, dove si schianto Chavez.

Sono anche allibito da chi si propone per costruirlo e tace da qualche tempo sui tagli che fanno al San Biagio e agli ordini di dirottare i parti al Castelli col risultato che molte vanno a partorire in altri presidi anche della Lombardia. Rammento alle persone oneste intellettualmente che il San Biagio ha una storia do oltre ottocento anni e che nel tempo si è allargato e migliorato notevolmente con servizi e strutture di altissimo livello come la sala operatoria che si sviluppa su un unico piano.

Del resto cosa se ne farebbe di tutte le strutture esistenti migliorate o nuove?  Pensi, invece a eliminare gli ingorghi di traffico alla regione Nosere che è sempre congestionata.

Aggiungo che il Castelli è una struttura più che decente che possa essere ulteriormente migliorata con non grande spesa. Ripeto che in una realtà come il VCO nella quale il privato convenzionato e finanziato con soldi della collettività e oltre il 70% rispetto a quello solo pubblico ospedaliero che è meno del 30% è assolutamente necessario una stretta collaborazione tra i due settori come avviene a Omegna con maggioranza pubblica perché i privati avrebbero tutti l’interesse di portare pazienti da altri territori e regioni che in larga parte già sono già utenti delle loro strutture. Bernardino Gallo