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necrologi

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VCO-22-10-2019- Sul tema ospedale unico

le forze politiche e le istituzioni hanno sostenuto tutto e il suo contrario negli ultimi anni. Il centro destra con forza Italia che sabato scorso ha raccolto le firme per difendere il San Biagio, fa finta di dimenticare che anni fa il presidente uscente del VCO dott. Guarducci nel ripresentarsi alle elezioni propose l’ospedale unico. Il centro sinistra era su posizioni opposte e con un pseudo referendum popolare optò per la difesa degli ospedali esistenti. Cammin facendo il centro sinistra, con la giunta regionale con presidente Sergio Chiamparino e vice il verbanese Aldo Reschigna, dopo aver rinnegato l’impegno preso di accettare la scelta dei sindaci del VCO sull’ospedale principale con DEA, (per la cronaca proposero il San Biagio per motivazioni prevalentemente tecniche), impose di scegliere l’ospedale unico a sindaci e dirigenti del territorio che rinnegarono la posizione precedente che si era consolidata durante ben tre manifestazioni popolari molto partecipate in Ossola. Sostanzialmente tutti hanno fatto una sorta di tripli salti mortali per rinnegare quanto avevano giurato di difendere in precedenza.

Una questione della quale occorre assolutamente tener conto è che la sanità pubblica, comprendente quella privata ma convenzionata, rispetto ai posti letto è distribuita in misura del 75% nel Verbano e solo per il 15% nell’Ossola, come ho ripetutamente dichiarato nel corso di questi anni, senza alcuna smentita. Il Cusio è questione a parte giacché la struttura s’interessa di traumatologia, definita COQ, con un’organizzazione mista pubblica – privata con maggioranza della prima con un’unità se rammento bene. Con queste premesse appare ridicolo che il sindaco di Verbania, la giunta e il consiglio comunale e il suo presidente, pretendano che si faccia un ospedale unico a Verbania o nelle immediate vicinanze. Con la logica attuale dei vari “soloni” della sanità che cavalcano la logica sempre più accentratrice della moltiplicazione delle specialità della medicina, che allo scopo di garantire la qualità, “impone” aggregazioni sempre più grandi con relativo aumento di popolazione sempre più crescente, fa si che qualsiasi ospedale unico nelle periferie sarà non adeguato al termine della realizzazione. La risposta utile è la rivoluzione copernicana che più volte ho suggerito e che consiste nella stretta integrazione e collegamento tra le strutture ospedaliere di primo livello con quelle del secondo così come si è pensato di fare con la realizzazione di EMODINAMICA a Domodossola. Con queste premesse, siccome sarebbe un delitto e uno scippo ulteriore sottrarre ulteriori servizi alla periferia Ossola, ripropongo che il San Biagio diventi la struttura pubblica dell’ASL 14 e il Castelli coinvolga i privati che hanno tutto l’interesse a farvi accedere utenti di altre zone come già fanno nelle loro strutture. Le risorse per l’ospedale unico si utilizzino per il miglioramento degli ospedali esistenti che, a parte dotazioni vetuste come alcuni pc e sistemi informatici, hanno già strutture importanti di alto livello come ad esempio le sale operatorie a tanto altro. Le nuove tecnologie, inizialmente centralistiche, oggi si decentrano nelle periferie e consentono di fare interventi di livello sempre più alto.

Si migliorino molte strutture di secondo livello, come ad esempio, ma non solo, l’ospedale di Alessandria che ho dovuto utilizzare come utente. Per quello di Novara si decise per costruirne uno nuovo. Si diminuiscano “generali e colonnelli” e si coprano i vuoti del personale al fronte come medici e infermieri.

Sulla scelta seppur legittima dell’attuale Giunta Regionale, credo sarebbe stato meglio se corroborata da un referendum popolare o iniziativa analoga per decidere.

Bernardino Gallo