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necrologi

carnevale domodossola

Si sono concluse da pochi giorni le consuete celebrazioni del nostro carnevale di Domodossola, anche per questo 2017 che, non so per chi mi legge (ma almeno per me), si è aperto sotto un buon auspicio. Anche quest'anno abbiamo avuto un simpatico Togn che come ho scritto altrove durante il matrimonio ha letto un sagace discorso in un dialetto Ossolano perfetto e questo per una maschera locale che si rispetti non è fattore da poco; una brava e bella Cia immedesimatasi perfettamente nel ruolo oltre a delle new entry nel comitato Pulenta e Sciriui.

Anche questa è una cosa positiva ed è bello che i giovani proseguano le tradizioni avviate dai loro padri e nonni. Vi è anche da far notare come il carnevale di Domodossola, al contrario di altri carnevali Italiani, abbia a mio giudizio anche una connotazione sociale: è arcinota infatti la storiella medievale di Tonio della Motta, l'antichissimo quartiere dei Tarabi della Mota altrimenti detti patachit, che sfidando le ferree caste dell'epoca osa unirsi in matrimonio con una bella e ricca ragazza, per l'appunto questa famosa Cia appartenente alla ricca contrada di Briona (la cosiddetta via "imbroiona" chiamata così dagli anziani all'epoca dell'infanzia del grande storico e sopratutto giornalista Nino Bazzetta De Vemenia, forse in segno di protesta contro i commercianti troppo avidi!). I due l'anno seguente ebbero un figlio che battezzarono con il nome di PedarPavul, a cui seguì un ricco banchetto offerto alla cittadinanza. Insomma, per tagliarla breve il nostro carnevale ci insegna come l'amore superi tutte le differenze sociali.

Per gentile concessione del sig. Sergio Iussi ho potuto fotocopiarmi un godibilissimo opuscoletto teatrale, uscito per il carnevale del 1925 dal titolo "il matrimonio di nonna Cia" di autore anonimo ma in cui a mio giudizio aleggia l'ombra del Bazzetta. Ve lo riporto qui di seguito in alcune parti.

CARNEVALE 1925

IL MATRIMONIO DI NONNA CIA

ANNO DOMINI 1622- OPERA COLOSSALE DI CUI I VENTURI E I PREFERITI TEMPI NON VIDERO MAI

parole dei coniugi Dolcini- musica del prof tira-verdi

PROLOGO

Un banditore a cavallo percorre la città recitando:

"Quando la corte di Matterella esercitava su questo bel paese il suo pacifico impero la Lucia di Briona una bella biondina dagli occhi azzurri si fece sposa con Toniotto della Motta. Il loro matrimonio fu celebrato con uno sfarzo incredibile per quei tempi [.....] basti dire che 500 bestie si ammazzarono fra grosse e piccole, il vino bevuto sommò a 400.000 bocali, durarono tre giorni e tre notti le danze ed i convitti, così che cinque persone giacquero per la stanchezza parecchie settimane e sette per indigestione passarono la barca di Caronte.

Questo non mai udito avvenimento è il soggetto dell'azione che stiamo per rappresentarvi o popoli delle alte e basse contrade".

SCENA PRIMA- ALLA MOTTA

abitanti di tutte le valli dell'Ossola attendono in crocchio Tonio lo sposo alla sua porta e cantano

coro Dall'aride cime/al fertile piano, varcando torrenti/passando foreste/dal prossimo colle/al monte lontano, qui tutti raccolser/de' sposi le feste/ di Cia e di Tonio/ il nodo d'amore [........]

cantiam festosi

vivan gli sposi

viva la Cietta

cara donnetta,

viva Toniotto,

che, demoniotto,

un bocconcino

si zuccherino

fra tanti scegliere

ebbe l'ardir [..........].

Tipografia Antonioli-Domodossola 1925.

 

Alessandro Velli – 9 marzo 2017

 

Foto - Comitato Pulenta e Sciriuii