Molti pensano che la vite
in Ossola sia un'introduzione fatta nei nostri sistemi agricoli negli ultimi dieci o quindici anni, quando si sono riscoperte le tradizioni, si è rimesso mano ai vigneti ed ai sistemi di coltivazione.
In realtà la storia della diffusione della coltivazione sistematica in Ossola parte da molto lontano, sicuramente nei secoli 1500 e 1600, anche se ci sono testimonianze precedenti, come il torchio di Varchignoli datato circa 1200, o le immagini sacre che riportano la donazione del vino come pagamento ai feudatari o omaggio ai vescovi.
La viticultura è una riscoperta, sino al 1890 l'Ossola era una terra in cui tutto il territorio, incluso il fondovalle, vedeva la presenza della vite. L'uva era usata per vinificare e poi il vino, che era poi venduto al mercato più conveniente, ovvero quello della vicina Svizzera, il Vallese.
Da secoli c'era questo commercio attraverso i passi del Gottardo e del Sempione partendo dalle colline del novarese e dall'Ossola. Poi cosa è successo? Due i fattori che hanno contribuito a questa pseudo scomparsa, uno è il fattore economico sociale, l'alta industrializzazione dell'Ossola e del Verbano ha spopolato le montagne, l'agricoltura è stata “ibernata”, tutti andavano a lavorare in fabbrica, si guadagnava di più e si faceva meno fatica, oltre a non avere impegni tutti i giorni, come viene richiesto da agricoltura e zootecnia. L'altro fattore è stata la fillossera, un parassita che succhiando la linfa delle radici immetteva un particolare batterio che faceva seccare le radici, antesignano della Flavescenza dorata. Cosa si fece allora, quando in poco più di 15 anni la vite si ridusse a poco più del 20 % delle sua estensione? Si cercarono alternative e rimedi, si scoprì l'uovo di Colombo, le radici europee erano produttive ma non resistente, le viti americane che da tempo erano attaccate dalla fillossera resistevano, allora si presero le radici americane, facendo una talea su cui poi si innestava la parte produttiva europea. Da allora tutte le viti coltivate nel mondo sono innestate”.
Gianmauro Mottini - 29 settembre 2017