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agricoltura montagna vigna

Dopo il flagello della filossera in Italia ci fu la ripresa della viticultura, in Piemonte nelle zone di Alba, nelle langhe, nelle zone dei Nebbioli dell'alto novarese, Ghemme, Fara, Sizzano, si hanno grandi ritorni alla produzione. In Ossola più nessuno però si mette a fare queste cose, è arrivata l'Enel, ci sono le grandi aziende...

Inoltre l'apertura delle grandi vie di comunicazione, come il Sempione, rendeva più convenienti i vini di pregio delle zone del novarese rispetto a quelli ossolani. Infine in Svizzera ci fu l'introduzione di un dazio doganale che raddoppiava il costo del vino, che spesso era preso in Ossola. Questo perchè la Svizzera aveva confederato il Ticino, e nel Vallese si stava sviluppando la produzione che gli svizzeri proteggevano.

Il presente del vino nelle nostre zone è diverso, verso la fine degli anni '90 si capisce che anche in Ossola si può fare il vino di qualità a patto che si riprendano in mano le tradizioni con le moderne tecniche. Si riprende la tradizione del Prunent, che è un Nebbiolo che in Ossola si era modificato dando origine a questo “prunin”. Ha le uve che maturano a metà autunno, quindi sono rivestite dal pruino, la rugiada mattutina. Coltivato a Masera, Trontano, Montescrestese, ha sempre dato grandi produzioni a patto di lavorare con moderni criteri, passando dalla “toppia” alle moderne tecniche, più modeste come quantità ma con qualità superiore, per avere “gradi”. Ora il sistema tradizionale e più comune è il guyot, il filare con al vite posta quasi a “T”, un fusto stabile con un archetto produttivo dove ci sono i grappoli, più il coltivatore lascia gemme più produrrà ma con meno qualità.

Quello che è importante è che in Ossola si è iniziato ad avere qualità sia nei rossi ed anche nei vini bianchi. Tanto da ottenere nel 2012 la Doc per il “Valli ossolane bianco” ed il Valli ossolane rosso”, tra le circa 650 Doc italiane i sono anche le due Ossolane.

A Crodo, all'Istituto tecnico Fobelli, sempre intorno agli anni '90, ho cominciato a pensare che se in Alto Adige, con clima e terreno alla stessa altitudine (anche se li hanno il calcare), si producevano grandi vini bianchi apprezzati, anche in Ossola si poteva tentare. Abbiamo messo a dimora dei grandi vitigni, pinot bianco, muller, traminer, ed abbiamo scoperto che solo lo chardonnay ha la forza di crescere bene, con al buccia che non si spacchi. Quindi abbiamo iniziato la produzione dello chardonnay, l'inizio non è stato facile, con i bianchi né più difficile. Nel 2012 l'Istituto professionale per l'agricoltura di Crodo acquisisce la prima Dop con un vino chiamato “Terrazze antiche” di uve chardonnay, dimostrando così che i possono avere gradi vini bianchi anche in Ossola. Qui inizia la grande avventura dell'enogastronomia, con i grandi vini rossi e bianchi che possono accompagnare i nostri piatti di carne e salumi”.

Gianmauro Mottini - 26 ottobre 2017