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trotapian 33 Gita 4O24 Malchkritzji

PREMESSA. Per il terzo anno, il secondo

in terra elvetica, ci incontriamo con gli amici svizzeri dei gruppi Steinböcke (maschietti) e Steingeissen (femminucce) in una bellissima escursione, organizzata da loro. L’anno prossimo saranno nostri ospiti e si parla già degli stambecchi del Cingino. I rilassanti e ordinati paesaggi vallesani, con panorami superbi, sono sempre gioia per gli occhi di noi che amiamo la montagna.

 

GITA  N. 4-O24 Mälchkritzji

10 OTTOBRE 2019

Dislivello: 850 m. Tempo totale: 4 h 30’. Sviluppo: 11,2  km

La sveglia suona che è ancora buio pesto e valichiamo il Sempione in diciassette. C’incontriamo a Briga con l’amico Paul che ci farà da apripista attraverso Naters e verso Blatten, fino al bivio per Mund, 1186. Qui proseguiamo fino a Salwald, 1596, e parcheggiamo. Saremmo impazienti di metterci in cammino dopo più di due ore in auto, ma percorriamo solo cento metri in piano, quelli che ci separano da un accogliente bar – ristorante. Croissant, cappucci, tè, caffè ed ogni ben di Dio ci aiutano a ripristinare le calorie non ancora bruciate, in grande allegria insieme ai dodici amici d’oltralpe. Finalmente, circa quattro ore dopo il suono della sveglia, muoviamo i primi passi. La guida diplomata Kurt ci conduce verso occidente, lungo una pista che diventerà mulattiera, fino a Chaschtler, 1607 (15’) e alla Cappella di Honegga, 1930 (45’). Le nuvole e le nebbie residue cedono lentamente a un forte e freddo vento settentrionale, che fa spuntare dagli zaini guanti e berretti. A sud si staglia la maestosa piramide del Weisshorn, completamente imbiancata dalla neve di ieri. Alla sua sinistra comincia a spuntare il severo versante nord del Matterhorn, Cervino per gli amici. Sotto di noi, sempre a sud, la lunga Valle del Rodano. Monti maestosi da ogni parte. Come fa sempre in ogni chiesetta o cappella, un’amica svizzera rivolge, con la sua armonica a bocca, un saluto struggente ad un giovane che è andato avanti, tradito dalla sua passione per le vette. Dopo una breve sosta abbandoniamo il sentiero principale e viriamo a nord (destra) lungo un sentierino molto ripido, che ci conduce fuori dal bosco, in spazi aperti (e molto ventilati) e su terreno più morbido. Mentre il sole vince la sua battaglia raggiungiamo, dopo 1 h 20’, la meta odierna che è una piccola croce di ferro sulla dorsale, Mälchkritzji, 2460. Il panorama è sempre indescrivibile. Ci spostiamo per ripararci un po’ dal vento e per l’immancabile aperitivo vallesano che ci offrono gli amici. La sosta è breve e scendiamo verso temperature meno autunnali. Ci abbassiamo di circa 350 metri e, al limitare del bosco, prendiamo un sentiero alla nostra sinistra, verso oriente, che prosegue in leggera discesa, con qualche contropendenza, fino a Brischeru, 2057 (1 h 05’). Sempre vento freddo, ma troviamo un po’ di riparo fra le belle baite e pranziamo, ricambiando in minima parte la loro squisita ospitalità con bicchieri di buon vino e leccornie nazionali. Raggiungiamo l’esterno della chiesetta per le foto di gruppo, mentre il timido suono dell’armonica a bocca, che proviene dall’interno, mi crea un nodo in gola e faccio un giretto nei dintorni. Di qui riprendiamo la discesa in una stupenda foresta di larici, ancora verso est, virando gradualmente a occidente. Passando da Bifiga (non è un errore di stampa e l’accento non mi aiuta), chiudiamo l’anello a Salwald (1 h 05’). A Mund visitiamo una coltivazione privata del prezioso zafferano che qui producono. Dopo il consueto scambio di omaggi riparto per l’Italia, disturbato dalle conseguenze di un comando vocale non preciso da me impartito alla mia nuova auto”intelligente”, la quale, salendo verso il Passo, mi punisce continuando a richiedere un’inversione a U per raggiungere Domodossola. Ahimè la tecnologia imposta agli anziani!

Gianpaolo Fabbri

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