
PREMESSA. Oggi il nocciolo duro dei Trotapian
predilige l’aria più tiepida della bassa Valle Anzasca e autorizza un gruppo di incursori a sfidare i primi freddi autunnali nell’incanto dell’Alpe Devero. Il vento del nord ci regala, però, aria limpidissima e panorami superbi. Vale la pena di battere un po’ i denti per questi magnifici regali.
GITA N. 3 – O 24 PASSO DELLA ROSSA – VAL DESERTA
3 OTTOBRE 2019
Dislivello: 1026 m. Tempo totale: 6 h. Sviluppo: 12,5 km
La giornata è stupenda, il vento freddo ci regala una sempre più rara aria cristallina. Non c’è ancora neve e in cinque preferiamo una delle probabili ultime gite “un po’ in alto”. E’ l’alba e uno dei componenti del prestigioso staff medico odierno si è alzato circa quattro ore fa in quel di Pavia: questi giovani hanno veramente il fisico. Ci sono anche due grandi esperti di montagna, più o meno anziani. Attraversiamo pigramente la piana di Devero, 1631, e subito compaiono guanti e berretti. Ci scalderemo quando si comincerà a salire. Superiamo le case di Cantone e, gradualmente, iniziamo l’ascesa, sempre diretti a nord. Poco più in alto, nel bosco, restiamo incantati ad ascoltare l’intenso bramito dei cervi, che non riusciamo a vedere. Ai Piani della Rossa, dopo un’ora, beviamo un sorso di tè al riparo di una balma formata dall’enorme masso caratteristico. Viriamo a destra, sempre sul sentiero H 15, evidente e ripido, che ci porta sotto la scaletta di ferro. Questa ci permette di salire comodamente oltre una fascia di rocce, che si può superare, con facile arrampicata, anche sulla sinistra. Arriviamo rapidamente al paesaggio lunare del vasto pianoro che ci conduce al Passo della Rossa, 2473, con i suoi innumerevoli cippi di confine (1 h 45’). Ci sono due centimetri di neve e un po’ di ghiaccio. Sotto di noi, a nord ovest, il lago di Geisspfad e il Züesee, verso Binn. Per il panorama c’è solo l’imbarazzo della scelta. A destra (nord est), in terra elvetica, attraversiamo in dolce salita fino al Passo di Crampiolo, 2553, (20’), oltre il quale rientriamo in patria. Il sentiero, adesso H 17, sempre più o meno indicato, cala, prima tranquillamente e poi bruscamente, sulla paradisiaca Val Deserta. Passiamo dal grigio delle giavine al verde lussureggiante di questa valle, dove i primi colori dell’autunno sono la ciliegina sulla torta. All’alpe omonima, 2049, ci rifocilliamo (1 h 25’). Quando mi rialzo mi arriva un brutto segnale dal tallone destro, che mi rovinerà, poi, il finale del 2019: Achille insegna! Il bel sentiero ci porta verso il grande Lago di Devero, all’altezza dell’Alpe Larecchio. Gli amici rallentano un po’ per aspettare il grafomane claudicante. Giriamo a destra e costeggiamo la sponda occidentale fino alla diga, 1860. Caliamo su Crampiolo, 1767, dove l’eroe di Pavia e il suocero goloso fanno provvista di yogurt. Raggiungiamo Devero (1 h 30’) ed iniziamo ad elaborare i bilanci della splendida giornata, mentre io ammiro chi parte per Pavia con la sicurezza di non addormentarsi per strada.
Gianpaolo Fabbri














