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necrologi

treno

Lo sapevano già i vecchi romani,  grandi maestri delle infrastrutture e della organizzazione: "home faber fortunae suae".

Negli anni '70 l'Italia importava dall'Europa grandi quantità di merci che venivano trasformate ed esportate al nord come beni industriali di alta qualità. Anche gli ottimi prodotti agricoli hanno trovato il favore dei mercati dell'Europa occidentale. Si scopriva l "Italianità"! Ma... c’era un ma..., i treni merci hanno cominciato ad accatastarsi in Svizzera, dal confine nord, con la Germania, fino al confine sud, con l’Italia: la rete ferroviaria italiana non è stata in grado di accoglierli.

Non c'erano ancora, infatti, le gallerie autostradali attraverso le Alpi svizzere. La Svizzera e l'Italia si muovono rapidamente: le ferrovie alpine raddoppiano i binari e a Domodossola viene costruito a tempo di record un ampio piazzale di smistamento. Poi però le cose cambiano… la lobby dei camion sostituisce il trasporto ferroviario con un servizio migliore e a prezzi più bassi. Anche merci pesanti come il cemento hanno in Italia abbandonato la rotaia e i numerosi binari di collegamento con le fabbriche sono stati smantellati.

Quando si inaugurava il piazzale di smistamento di Domo2, mancavano già i carri da smistare, solo due aziende di trasporto svizzere utilizzavano una piccola parte degli impianti, per il “trasporto combinato”, con ponti di carico" per camion.

Tutto questo non avrebbe dovuto essere! Nella vicina Svizzera il trasporto di merci in ferrovia protegge sia la strada che gli abitanti dal troppo traffico e dall’inquinamento... La grande azienda Nestlé, ad esempio, trasporta su rotaia tutto ciò che produce, che vende e che ricicla , anche le famose capsule di caffè! Il reparto merci della ferrovia BLS ha vinto il concorso per questo trasporto di 77.000 tonnellate l'anno! Anche la Coop trasporta le merci per i suoi supermercati e negozi in tutta la Svizzera con propri treni porta-container che viaggiano durante la notte: i camionisti risparmiano lunghi viaggi e la sera possono dormire a casa, coprono infatti solo le brevi distanze tra le stazioni di distribuzione ed i negozi Coop.

L'Italia, un paese 10 volte più grande della piccola Svizzera, potrebbe utilizzare questo modello? Penso di si: le rotaie ci sono ed anche il potenziale c’è.

Walter Finkbohner - 13 febbraio 2019